«Il calo dell’inflazione nell’Eurozona, che a settembre ha raggiunto l’1,8%, rappresenta un segnale estremamente positivo per la ripresa economica dell’area euro e in particolare per l’Italia. In un contesto economico globale complesso e difficile, questo rallentamento della crescita dei prezzi, sostenuto dalla forte riduzione del costo dell’energia, è una boccata d’ossigeno sia per le imprese che per le famiglie. La diminuzione dell’inflazione allo 0,8% in Italia è un dato che non può essere sottovalutato sottovalutare: dimostra la capacità di ripresa del nostro sistema economico e il potenziale di crescita che possiamo raggiungere con politiche adeguate». È quanto si legge in un paper del Centro studi di Unimpresa, secondo cui “il calo dell’inflazione è un segnale incoraggiante, ma non dobbiamo fermarci qui. È il momento di costruire una strategia di crescita sostenibile, che garantisca la stabilità economica nel lungo periodo. Le istituzioni nazionali ed europee devono agire coese per promuovere politiche che supportino il nostro tessuto imprenditoriale e che mettano al centro le necessità di famiglie e imprese».
Secondo il presidente di Unimpresa, Giovanna Ferrara, «è fondamentale che il governo colga questa opportunità. Abbiamo davanti a noi un momento favorevole: l’inflazione è sotto controllo e i prezzi energetici continuano a scendere. Ora è il momento di agire con decisione, introducendo misure di sostegno nella prossima legge di bilancio. Dobbiamo incentivare la crescita delle imprese, sostenendo investimenti e aumentando la competitività. Tra le priorità, vedo una riforma fiscale che riduca il carico sulle imprese e politiche strutturali per favorire l’innovazione e la digitalizzazione. Le piccole e medie imprese, che sono la spina dorsale della nostra economia, devono essere messe nelle condizioni di crescere e prosperare. Se governo e Bce sapranno agire con prontezza e in maniera coordinata, potremo trasformare questo momento favorevole in un’occasione concreta di crescita per il nostro Paese e per l’Europa intera. Il 2024 può davvero essere l’inizio di una nuova fase di espansione economica, ma tutto dipenderà dalle scelte che faremo oggi. Rivolgo quindi un appello alla Bce: è necessario accelerare la riduzione del costo del denaro. Con l’inflazione in discesa, la Bce ha ora un margine di manovra maggiore per abbassare i tassi di interesse, rendendo più accessibile il credito a famiglie e imprese. Questo è un passaggio cruciale per favorire la ripresa economica. Un sistema di credito più accessibile è fondamentale per sostenere investimenti, consumi e, soprattutto, per rafforzare la fiducia degli attori economici. Senza credito, non ci può essere una ripresa solida e duratura».
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