In ogni comunità, grande o piccola che sia, tutti i suoi componenti hanno il dovere di contribuire, in base alle possibilità di ciascuno, a prestare aiuto a chi ne ha bisogno ed a favorire la crescita ordinata della comunità stessa. Nelle società moderne e civili, come l’Italia, sono gli Stati, attraverso le istituzioni pubbliche (Comuni, Provincie, Regioni), ad organizzare e assicurare i servizi utili e necessari ai cittadini (istruzione, lavoro, sanità, sicurezza, difesa dell’ambiente, ecc.) per cui “tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione delle loro capacità contributive”, come è scritto nella nostra Costituzione, all’art. 119. E’ da quel “tutti” che cominciano i veri guai per quanti hanno una “capacità contributiva” al limite della sopravvivenza. Guai che diventano ancora più gravi nei periodi di crisi economica, come gli attuali , per milioni di cittadini senza reddito e senza lavoro, di disabili e di anziani, specie se soli. Se a ciò aggiungiamo che spesso gli Enti pubblici preposti alla riscossione dei numerosi tributi sono “bendati e sordi” e non considerano i cittadini come persone degne di attenzione ma come oggetti, da affidare a dei computer, non c’è da meravigliarsi della cattiva fama che il fisco ha in Italia, anche perché molti cittadini si sentono trattati da evasori, persino quando, per gravi e giustificati motivi, ritardano Il pagamento delle cartelle esattoriali. Purtroppo ci sono molti esempi di imprenditori e di cittadini onesti che a causa degli inumani trattamenti subiti dal fisco si sono tolti la vita, mentre i veri grandi evasori, (criminali malavitosi e speculatori), continuano a spassarsela allegramente nei numerosi paradisi fiscali. Gli italiani, in maggioranza, hanno un profondo senso di solidarietà e non evadono le tasse e se a volte non sono puntuali nel versamento di quanto dovuto è perché non tollerano il grande sperpero che viene fatto da burocrati e da esponenti politici che hanno in mano le leve del potere, mentre a pagare sono sempre i lavoratori e le piccole e medie imprese. Altro motivo per il quale gli italiani pagano malvolentieri le tasse consiste nella mancanza di dialogo con l’apparato fiscale per cui il “dovere” di esborsare del denaro viene vissuto come una imposizione da parte di un Padrone feudale arrogante e non richiesto da uno Stato amico aperto all’ascolto delle ragioni di ciascuno che fornisce loro assistenza per districarsi nel ginepraio delle tasse. Auguriamo che questo andazzo finisca presto anche perché, oltre a compromettere i rapporti tra Stato e cittadini, provoca discredito in campo internazionale nei confronti di tutto il popolo italiano. I contribuenti dovrebbero essere considerati persone oneste, sino a prova contraria, e trattati civilmente con cortesia perché sono loro che pagano i servizi utili e necessari per il benessere di tutta la comunità. Occorre cambiare il rapporto tra fisco e cittadini: da persecutorio in collaborativo. Non tutti hanno la possibilità di rivolgersi ad un consulente amico, laureato alla … Bocconi, per avere consigli. Quando lo Stato non collabora con i cittadini questi non collaborano con lo Stato e spesso i soliti furbetti si organizzano in mille modi per scrollarsi da dosso una parte del peso delle tasse dovute. A volte basterebbe poco a far sentire che il “Dovere” di pagare le tasse, veramente giuste, può diventare anche un “Piacere”, in una società solidale e dal volto umano.
Bruno Latella, presidente onorario Unimpresa
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