Di Paolo Lecce
Il tradimento all’interno di una coppia, sia essa regolarmente coniugata o convivente, ha un prezzo elevato non solo dal punto di vista psicologico ed affettivo, ma anche nell’ambito giuridico.
La tecnologia, grande invenzione ma pericolosa, fa sì che si possano acquistare, spesso on line e a prezzi irrisori: telecamere, microspie, registratori, GPS e spesso di ovvia provenienza orientale.
Tutto ciò ovviamente facilita le azioni di “spionaggio” del coniuge “offeso” che cerca una base di fondatezza ai propri dubbi.
L’art.615.bis del Codice penale, prevede il reato di illecita interferenza nella vita altrui, tramite l’introduzione di telecamere; cita esattamente: “Chiunque, mediante l’uso di strumenti di ripresa visiva o sonora, si procura indebitamente notizie o immagini attinenti alla vita privata svolgentesi nei luoghi indicati nell’articolo 614, è punito con la reclusione da sei mesi a quattro anni”.
L’art.616 del Codice Penale, come il precedente, prevede il reato di illecita interferenza nella vita altrui, tramite il controllo di “corrispondenza” e nello specifico si intende quella epistolare, telegrafica, telefonica, informatica o telematica ovvero effettuata con ogni altra forma di comunicazione a distanza e cita esattamente: “Chiunque prende cognizione del contenuto di una corrispondenza chiusa, a lui non diretta, ovvero sottrae o distrae, al fine di prendere o di farne da altri prendere cognizione, una corrispondenza chiusa o aperta, a lui non diretta, ovvero, in tutto o in parte, la distrugge o sopprime, è punito, se il fatto non è preveduto come reato da altra disposizione di legge, con la reclusione fino a un anno o con la multa sino a 516 euro. Se il colpevole, senza giusta causa, rivela, in tutto o in parte, il contenuto della corrispondenza, è punito con la reclusione fino a tre anni. Il delitto è punibile a querela della persona offesa.
Agli effetti delle disposizioni di questa sezione, per ‘corrispondenza’ si intende quella epistolare, telegrafica,
telefonica, informatica o telematica ovvero effettuata con ogni altra forma di comunicazione a distanza“.
Infine, CHI ESERCITA ABUSIVAMENTE LA PROFESSIONE DI INVESTIGATORE PRIVATO, è punito ai sensi dell’art 348 del Codice Penale, che testualmente cita: “Chiunque abusivamente esercita una professione per la quale è richiesta una speciale abilitazione dello Stato è punito CON LA RECLUSIONE DA SEI MESI A TRE ANNI E CON LA MULTA DA EURO 10.000 A EURO 50.000.” È un reato molto grave, perché fingersi professionisti di varia natura va a minare la fiducia della collettività nei confronti di specifiche attività professionali. La gravità del fatto, inoltre, non sta soltanto nell’esercizio abusivo della professione, ma anche nella truffa che ne deriva, come puntualmente ricorda l’art. 640 del Codice penale, che testualmente cita: “Chiunque, con artifizi o raggiri, inducendo taluno in errore, procura a sé o ad altri un ingiusto profitto con altrui danno, è punito con la reclusione da sei mesi a tre anni e con la multa da euro 51 a euro 1.032.” Fingersi un professionista è un vero e proprio raggiro, procurato a chi si fida, per trarne un vantaggio economico. Ma esistono altre violazioni che questa condotta può comportare come la violazione della privacy o le condotte di atti persecutori e molestie, nel caso in cui il finto professionista sia un investigatore.
Quindi vediamo insieme il caso dell’abuso della professione investigativa e le sue conseguenze.
ATTENZIONE QUINDI, INVESTIGARE IN MODO AUTONOMO È MOLTO RISCHIOSO!
Se siete delle persone curiose e, per gelosia o solo perché avete già un disegno definito che conduce alla richiesta di divorzio, installate telecamere anche sul luogo di lavoro del coniuge o del futuro coniuge (moglie o marito che sia) o addirittura telecamere occultate nell’abitazione comune, e poter vedere il tutto tramite applicazioni sul vostro smartphone, sappiate che potreste incorrere in una denuncia da parte della stessa persona sulla quale avete indagato.
Alla luce di quanto ho scritto, qualora vi troviate nella condizione di trovare telecamere in cucina e/o in altre stanze posizionate li irresponsabilmente dal vostro coniuge geloso, non esitate a contattare un professionista di Investigazioni, in possesso di regolare Licenza Prefettizia, in quale potrà verificare l’entità dell’infrazione e potendo dialogare direttamente con le forze dell’ordine, circoscrivendo fatti, situazioni, luoghi e termini del reato, potrà aiutarvi a sporgere regolare denuncia e a tutelare la vostra privacy.
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