di Federica Celani
Merito del lockdown di questi mesi. Il lungo periodo di isolamento ha spostato velocemente gli Italiani verso comportamenti più digitali.
Oggi, abbiamo iniziato la FASE 3 e stiamo riassaporando la ritrovata libertà.
Contestualmente, ove possibile, si prosegue lo smart working, la didattica a distanza e cresce la familiarità delle famiglie italiane con il digitale.
L’Osservatorio “THE WORLD AFTER LOCKDOWN” di Nomisma e CRIF ha analizzato l’impatto del lockdown sulle vite degli Italiani, monitorando in maniera continuativa – abitudini, stati d’animo, consumi degli italiani e aspettative relative al post Coronavirus – attraverso il monitoraggio di un campione di 1.000 italiani responsabili degli acquisti (dai 18 ai 65 anni).
I risultati di questo monitoraggio, potranno essere utili per indirizzare le scelte strategiche delle Aziende, per comprendere le trasformazioni, per programmare il post-lockdown e inoltre per:
- correggere in “corso d’opera” le azioni previste nei piani marketing aziendali;
- individuare le più efficaci strategie di comunicazione esterna;
- comprendere le nuove esigenze della consumer base;
- introdurre nuovi prodotti e/o servizi.
Il monitoraggio di Nomisma e CRIF prende in esame opinioni, preoccupazioni, comportamenti d’acquisto, abitudini e gestione del tempo libero ed infine previsioni per il post-lockdown.
Dai risultati, emerge una forte crescita degli italiani con l’identità digitale.
Se durante la Fase 1 gli internet user impegnati online almeno 3 ore al giorno – per motivi diversi da quelli lavorativi – erano l’87%, ora si prevede un ritorno alla normalità con un 70% di frequent user.
Considerando l’identità digitale (e quindi ’insieme delle informazioni raccolte e registrate in uno stesso sistema informatico e in forma digitale che si riferiscono a una specifica persona/utente), solo il 15% degli italiani non ne ha mai sentito parlare, mentre il 42% degli young millennials (18-29 anni) sa perfettamente di cosa si tratta, tanto che la metà di loro (52%) possiede più di 5 diverse identità digitali. L’identità digitale per il 93% degli user è stata creata per un uso personale, mentre il 24% la usa per lavoro.
Oggi 1 italiano su 5 ha la SPID, tra questi il 36% non l’aveva utilizzata mai o quasi mai prima del lockdown.
Il 37% dei cittadini ha usato la SPID durante il lockdown principalmente per usufruire dei servizi erogati da INPS, il 49% per operazioni verso l’Agenzia delle Entrate come pagamento di tributi e imposte, modello 730 precompilato e consultazione CUD ed il 33% per consultare il fascicolo sanitario elettronico.
Gli Italiani sembrerebbero aver riconosciuto i vantaggi derivanti dall’utilizzo di questi strumenti, tanto che nei prossimi 6 mesi, il 70% si dichiara propenso a utilizzare i servizi online della Pubblica Amministrazione.
In particolare, la cosa che viene più apprezzata, è la possibilità di usufruire dei servizi ovunque, in qualsiasi momento e senza vincoli di orario, grande velocità fruizione del servizio.
Il 75% degli italiani ha particolarmente gradito la possibilità di operare da remoto con gli istituiti bancari, considerandola una soluzione di grande utilità. Percentuale che sale all’89% tra i trentenni. Tra le modalità più apprezzate, il mobile banking.
Nei prossimi 6 mesi le attività più richieste tramite online banking, saranno controllo e gestione del conto corrente e l’esecuzione di bonifici, seguono pagamenti delle utenze e ricariche di carte prepagate.
Più della metà degli italiani (56%) ha promosso le strategie che consentono il tracciamento delle persone positive al COVID-19 o sospette tali, ma contestualmente hanno dichiarato di non essere disponibili a scaricare l’App Immuni (solo il 24% dice che lo farà quasi certamente)
I contrari al monitoraggio degli spostamenti sono invece il 9% della popolazione, scettici della reale efficacia di questi strumenti nel contenere una possibile seconda ondata di contagi.
Un’alta percentuale di Italiani è preoccupata della sicurezza dei servizi online di cui usufruisce (social network, siti di eCommerce, etc.); in particolare hanno dichiarato di avere il timore del potenziale furto di informazioni e di dati personali, come ad esempio il numero di carta di credito o le credenziali di accesso al conto bancario (30%) o di un utilizzo non autorizzato di dati riservati (27%).
Diverse le precauzioni adottate per far fronte a questi timori ed arginare il rischio di essere vittima di una truffa digitale: evitare di aprire email o sms contenenti link che arrivano da mittenti non conosciuti (58%), lasciare i propri dati personali solamente a siti fidati (39%) installare antivirus (33%) sono le soluzioni più frequenti.
I dati dell’Osservatorio “THE WORLD AFTER LOCKDOWN” di Nomisma e CRIF ci aiutano a riflettere sul nostro prossimo futuro: “il domani” non sarà necessariamente meglio o peggio di oggi. Sarà senza dubbio diverso.
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