«Il tetto dei 35 anni di età, relativo allo sgravio contributivo per le assunzioni nel 2021, previsto dalla bozza della legge di bilancio, va innalzato, in particolare nel Mezzogiorno, fino a 50 anni. L’attuale limite, infatti, potrebbe escludere dalla misura una fascia di persone disoccupate che, proprio a motivo dell’età, potrebbero avere più difficoltà a trovare un nuovo lavoro, magari dopo averlo perso durante la pandemia da Covid-19».
Lo dichiara il presidente di Unimpresa, Giovanna Ferrara.
«I 40enni e i 50enni rientrano nella categoria più a rischio per quanto riguarda il reinserimento nel mercato del lavoro e un’agevolazione limitata agli under 35 potrebbe penalizzarli ulteriormente, tagliandoli fuori definitivamente dal recinto degli occupati. Ciò perché per le aziende sarebbe troppo costoso assumere chi ha più di 35 anni. È un pericolo che va scongiurato, poiché gli effetti collaterali sarebbero molteplici, sia sul versante economico sia sul piano sociale» spiega il presidente di Unimpresa, aggiungendo che «è positiva, invece, l’estensione dell’esonero contributivo, pari al 100%, da 36 mesi a 48 mesi per le regioni meridionali».
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