Diverso, invece, il discorso per le aziende con numero di lavoratori da 16 a 50: in questa fascia il quadro cambia, anche per quanto riguarda le norme sulle relazioni industriali e le rappresentanze sindacali. Nelle aziende che hanno tra 16 e 50 dipendenti, accordi e intese, anche non formali, tra datori e addetti sono meno semplici da realizzare, per cui qualche problema di liquidità, per le imprese i cui dipendenti faranno massiccia richiesta di ricevere il tfr con le buste paga mensili, si registrerà.
“L’impianto della manovra – commenta il presidente di Unimpresa, Paolo Longobardi – può in ogni caso considerarsi positivo. Penso, in particolare, agli sgravi contributivi triennali per i neo assunti. Tuttavia, ci teniamo a insistere su un punto cruciale: la riduzione delle tasse non può fermarsi con le norme sull’Irap, ancorché apprezzabili, ma deva proseguire incessantemente. Di più: l’abbattimento della pressione fiscale, per le famiglie e per le imprese, diventi l’ossessione del governo guidato da Matteo Renzi”.
Ufficio Stampa Unimpresa
a cura dell’Ago Press
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