Stangata fiscale da oltre 64 miliardi di euro nel triennio 2015-2017. Il complesso delle misure inserite nella legge di stabilità per il 2015 appena approvata dal Parlamento prevede maggiori entrate, al netto dei tagli, per 64,7 miliardi tra il 2015 e il 2017, con un incremento della spesa pubblica per 62,4 miliardi. Gli interventi di riduzione del carico fiscale pari a 25,8 miliardi nel triennio sono infatti sterilizzati da un parallelo aumento del prelievo tributario per 89,5 miliardi. Questi i risultati principali di un’analisi del Centro studi di Unimpresa che ha analizzato i numeri ufficiali riportati nella Nota tecnico illustrativa alla legge di stabilità realizzata dalla Ragioneria dello Stato.
Secondo lo studio di Unimpresa, che ha preso in esame tutti gli interventi e le coperture della legge di stabilità, nel 2015 a fronte di minori entrate per 6,4 miliardi scatteranno maggiori imposte per 16,2 miliardi col risultato di un aggravio netto per 10,3 miliardi. Nel 2016 sono previsti tagli di tasse per 9,3 miliardi, ma maggiori tributi per 32,7 miliardi col risultato di un aggravio netto per 23,3 miliardi. Nel 2017, i 9,06 miliardi di minori entrate saranno “compensati” da 40,08 miliardi di incrementi fiscali per un incremento netto di imposte pari a 31,02 miliardi. Complessivamente nel triennio sotto esame, le minori entrate previste per 25,8 miliardi di euro sono “mangiate” da aggravi fiscali per 89,5 miliardi, pari a una stangata “netta” da 64,7 miliardi.
Andando sul versante della spesa pubblica, si scopre che i tagli per 29,6 miliardi sono più che superati da nuove uscite per 102,09 miliardi. Nel 2015, la spending review inserita nella manovra assicurerà risparmi per 8,4 miliardi e porterà uscite aggiuntive sul bilancio statale per 25,4 miliardi con un incremento netto della spesa pubblica per 17,06 miliardi. Nel 2016, i risparmi per 10,7 miliardi sono “bilanciati” da incrementi di spesa per 36,9 miliardi col risultato di un incremento netto di 26,2 miliardi. Nel 2017, sono previste riduzioni di uscite per 10,4 miliardi e maggiori spese per 39,6 con un incremento netto di spesa per 29,1 miliardi. Complessivamente, nel triennio sotto esame i tagli di spesa per 29,6 miliardi sono “bilanciati” da aumenti per 102,09 miliardi con un aggravio netto sul bilancio pubblico di 62,4 miliardi.
“I numeri che il governo ha cercato di tenere nascosti alla fine sono saltati fuori e portano a galla una tremenda verità: la legge di stabilità è una gigantesca pagliacciata e non porta né riduzioni del carico fiscale né tagli alla spesa pubblica” commenta il presidente di Unimpresa, Paolo Longobardi. “Le sforbiciate alle tasse sono state coperte con altre tasse e la spending review è un bluff” chiosa Longobardi.
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