Sconti fiscali boomerang con la legge di stabilità: lo sgravio Irap varato dal governo prevede un aumento dell’Irap. La copertura finanziaria per i tagli all’imposta regionale sulle attività produttive, introdotti nella manovra del governo che ha eliminato dalla base imponibile il costo del lavoro per i soli contratti a tempo indeterminato, prevede infatti un aumento dell’aliquota dello stesso tributo, ridotta a maggio scorso. Ne consegue che, al netto della sostanziale partita di giro messa sul tavolo dal governo, i 5 miliardi di euro di sconto Irap annunciato dal governo, si riducono a soli 2,9 miliardi. E’ quanto emerge da un’analisi del Centro studi di Unimpresa sulle misure della legge di stabilità approvata mercoledì dal consiglio dei ministri.
A gennaio 2015, dunque, saliranno le aliquote ordinarie dell’Irap: quella che a maggio era stata ridotta, col cosiddetto decreto “80 euro” al 3,50%, tornerà al 3,90%; per le banche tornerà dal 4,20% al 4,65%, per le assicurazioni dal 5,30% al 5,90%, per le imprese agricole dall’1,70% all’1,90% e per le aziende in concessione dal 3,80% al 4,20%
Sempre sul versante fiscale, per le imprese ci sono altri i punti critici. In particolare, per quanto riguarda gli sgravi relativi ai dipendenti a tempo indeterminato, la copertura è stata individuata, oltre che dall’aumento delle aliquote ordinarie Irap, dalla cancellazione di due bonus oggi in vigore: quello che offre alle aziende 12 mesi di tagli sui versamenti contributivi per i contratti di apprendistato prolungati al termine dei tre anni di formazione; quello che prevede il taglio del 50% sui contributi per le aziende che assumono lavoratori in disoccupazione da almeno 24 mesi.
“Attendiamo di conoscere la versione definitiva della manovra. Come sempre le slide non sono sufficienti per fare valutazioni analitiche e bisogna attendere i documenti ufficiali. I testi, tuttavia, portano sempre brutte sorprese e, se non sarà modificato quello che abbiamo visionato, siamo di fronte a una partita di giro che, per le imprese, diventa una presa in giro” commenta il presidente di Unimpresa, Paolo Longobardi.
Ufficio Stampa Unimpresa
a cura dell’Ago Press
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