Mentendo insieme le misure relative al comparto previdenza e tfr inserite nella manovra del governo, si scopre che liquidazioni e pensioni sono state oggetto di un pesante intervento tributario. La prima stangata riguarda i lavoratori che lasceranno il tfr in azienda: il trattamento fiscale peggiora, poiché è stata aumentata la tassazione sulla rivalutazione delle liquidazioni che passa dall’11% al 17%. Il secondo intervento colpisce chi vorrà intascare mese per mese il tfr: in questo caso il rateo mensile della liquidazione non verrà assoggettato alla tassazione separata (che ha aliquote più favorevoli), ma dalle aliquote Irpef corrispondenti al suo livello retributivo; dal 23% fino al 43% a cui vanno aggiunte le addizionali comunali e regionali. La terza mazzata è sui fondi pensione: passa infatti dal 20% al 26% il prelievo sulle rendite.
“Il governo aveva dichiarato l’intenzione di voler favorire i consumi, ma la sensazione è che in questo modo si otterrà l’esatto contrario. In tasca i lavoratori avranno meno soldi e questo rappresenterà un elemento che certamente si rivelerà controproducente per l’economia del nostro Paese” commenta il presidente di Unimpresa, Paolo Longobardi.
Ufficio Stampa Unimpresa
a cura dell’Ago Press
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