Il giro di vite fiscale è la conseguenza delle clausole di salvaguardia previste dalla manovra sui conti pubblici. Tali clausole sono state sterilizzate per il 2016 e il governo ha così evitato maggiori oneri fiscali a carico dei contribuenti per circa 16 miliardi che, senza tali interventi, sarebbero scattati il prossimo anno. Analogo intervento di sterilizzazione, tuttavia, non è stato per ora previsto per gli anni successivi e in particolare per il triennio 2017-2019, arco di tempo nel quale l’Italia è obbligata a raggiungere il pareggio di bilancio in linea con gli impegni assunti negli scorsi anni con l’Unione europea. Al momento, dunque, sono previsti ingenti aumenti di imposta a partire dal 2017 quando l’aliquota ordinaria Iva salirà dal 22% attuale al 24% fruttando 8,1 miliardi in più di gettito; sempre nel 2017 è previsto l’innalzamento dell’aliquota agevolata Iva dall’attuale 10% al 13% con maggiori entrate per 6,9 miliardi: nel 2017, dunque, nelle casse dello Stato entreranno 15,1 miliardi in più. Nel 2018, l’aliquota ordinaria Iva passerà fino al 25% e tale incremento comporterà ulteriori entrate fiscali per 4 miliardi; nel 2018 scatterà anche l’aumento delle accise sulla benzina parti a 350 milioni: in totale, nel 2018 ci sarà un giro di vite per 19,5 miliardi che si ripeterà anche l’anno successivo. Complessivamente, tra il 2017 e il 2019, ci sarà un aumento di tasse per 54,2 miliardi di euro così ripartito: 20,8 miliardi arriveranno dall’aumento dell’aliquota agevolata Iva dal 10 al 13%; 24,5 miliardi dall’aumento dell’Iva ordinaria dal 22% al 24% e altri 8,1 miliardi per l’ulteriore incremento al 25%. Dall’innalzamento delle accise sulla benzina arriveranno invece 700 milioni di euro.
“E’ la manovra delle tre carte e delle incognite, a fronte di sforbiciate fiscali per il prossimo anno ci prepariamo a fare i conti con una vera e propria mazzata. I tagli di tasse devono essere strutturali perché da un lato devono dare fiducia alle famiglie dall’altro devono mettere le imprese in condizione di poter pianificare gli investimenti futuri” commenta il presidente di Unimpresa, Paolo Longobardi.
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