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LA BCE NON HA PIÙ GIUSTIFICAZIONI PER MANTENERE IL TASSO DI RIFERIMENTO AL 3%

«La conferma, da parte dell’Istat, che nel 2024 l’inflazione si attesterà all’1%, dopo il +5,7% registrato nel 2023, è un segnale inequivocabile che la politica monetaria restrittiva della Banca centrale europea ha ormai raggiunto i suoi obiettivi principali. Con l’inflazione generale ampiamente sotto controllo e l’inflazione di fondo al 2%, l’istituto di Francoforte non ha più giustificazioni per mantenere il tasso di riferimento al 3%. Al contrario, è fondamentale agire rapidamente per riportarlo al 2%, una soglia più equilibrata per sostenere famiglie e imprese senza mettere a rischio la stabilità economica. Il dato Istat è particolarmente significativo perché evidenzia una decisa frenata dei prezzi, anche al netto degli energetici e degli alimentari freschi, con un’inflazione di fondo ormai perfettamente in linea con il target della Bce».

Lo dichiara il vicepresidente di Unimpresa, Giuseppe Spadafora. «Insistere con tassi elevati in questa fase rischia di provocare danni irreparabili, soprattutto sul fronte del credito: per le pmi, il costo del denaro è divenuto un ostacolo insormontabile, che frena gli investimenti e limita la capacità di affrontare le sfide competitive del mercato. Non dimentichiamo, inoltre, che il caro-tassi ha già prodotto un drastico aumento delle rate dei mutui, con effetti negativi sul potere d’acquisto delle famiglie e, di conseguenza, sui consumi. Alla luce di questi dati, è indispensabile un’inversione di rotta da parte della Bce. La riduzione dei tassi al 2% non è solo auspicabile, ma necessaria per sostenere la crescita economica in un momento in cui i segnali di rallentamento sono evidenti in molti settori. Il contesto attuale richiede una politica monetaria più equilibrata, che non ostacoli la ripresa economica ma, al contrario, ne favorisca il consolidamento. La Bce deve dimostrare di essere all’altezza delle esigenze dell’economia reale, prendendo atto che la fase emergenziale legata all’inflazione è ormai superata. Famiglie e imprese hanno bisogno di ossigeno: un credito meno oneroso, tassi più bassi e un quadro finanziario stabile sono i pilastri su cui costruire una ripresa solida e duratura. Un segnale forte e immediato da parte della BCE sarebbe non solo apprezzato, ma indispensabile per evitare che l’Europa resti intrappolata in una spirale di stagnazione economica» aggiunge il vicepresidente di Unimpresa.

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