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La Cina chiede aiuto all’Italia: ammiriamo il vostro modello agroalimentare, vogliamo riprodurlo con voi qui sull’isola di Hainan.

Latte per i ragazzi, problemi di acidità del terreno, problemi di presenza di inquinanti non conosciuti, ma anche volontà di migliorare la qualità di caffé e the.

“Vogliamo esprimervi la forte volontà di andare verso la direzione di un’alimentazione sostenibile per le nostre generazioni future, è quanto ci ha chiesto il nostro stesso Governo centrale” ha dichiarato Zhong Mingming segretario del Partito Comunista per l’Accademia delle Scienze Agrarie.
“Durante la nostra visita in Italia abbiamo constato che il vostro terreno è molto ricco e protetto molto bene e che la vostra produzione è di una ricchezza straordinaria” ha aggiunto Li Minying, dirigente esecutiva del dipartimento Agricoltura per la Cooperazione con l’Estero“ Abbiamo bisogno della vostra collaborazione e del vostro know how per implementare il sistema che ci avete mostrato in Italia e abbiamo preso a modello”.

Si potrebbe riassumere con queste parole quanto è emerso dell’incontro tra i rappresentanti della Accademia delle Scienze Agrarie di Hainan, cinquanta persone tra rappresentanti ricercatori e imprenditori e la delegazione di Unimpresa.

L’incontro di questa mattina dedicato allo sviluppo agricolo si è concluso con un accordo tra Unimpresa,rappresentata dal suo presidente Longobardi, dal vicepresidente Paolo Giraud, da Mario Braga, presidente della Federazione Agricoltura, di Paolo Bonivento Presidente della Federazione delle MPMI innovative e l’Accademia delle Scienze Agrarie di Hainan.

I contratti sugli specifici progetti individuati, da approvare entro fine gennaio, saranno seguiti dal Capo divisione Chen Wen per l’Accademia e da Jimmy Lequn Yin per Unimpresa che qui ha aperto una sede locale.

Un Paese in continua espansione con bisogni alimentari enormi e relativi complessi problemi di tutela del territorio, una Nazione che al Cop21 di Parigi, pochi giorni fa, ha assunto impegni importanti davanti a tutto il mondo.
Come in molte altre province della Cina anche ad Hainan il tema di uno sviluppo della filiera agroalimentare efficiente e a basso impatto ambientale è diventato una priorità non più procrastinabile. Una provincia con una superficie pari a quella del nostro meridione, e con grandi potenzialità produttive.

Il rapporto tra Unimpresa e il Governo di Hainan si è consolidato in occasione di Expo 2015. Questo accordo tra Unimpresa ed Hainan da continuità e concretezza agli sforzi che Unimpresa – tra le associazioni di categoria più presenti alla Esposizione Universale di Milano – ha profuso: 4 incontri ufficiali e 2 missioni in Expo.

Quattro le richieste specifiche e quattro i progetti che verranno sviluppati entro fine gennaio, per poi prendere il via nei mesi successivi.

Un progetto pilota di zootecnia relativo ad allevamenti di bufala da latte e produzione di tutti i derivati da latte come la mozzarella, yogurt gelato formaggio a pasta dura, in collaborazione con Caffi, in risposta alla precisa domanda relativa ai bisogni di latte fresco e derivati in continuo aumento.

Per rispondere alla richiesta pressante relativa all’inquinamento e dell’acidità del terreno – il ricercatore dell’Accademia ha parlato di un ph di acidità 5 – è stato presentato il progetto sviluppato in collaborazione con Eurovix, società bergamasca. Per bonificare il terreno e rednerlo meno acido si lavorerà per prima cosa alla purificazione delle acque per poi implementare l’uso di fertilizzanti non inquinanti a base di alghe e bioattivatori.

Un altro problema specifico evidenziato da Li Minying, è quello relativo alle presenza di plastica nel terreno. Questione da approfondire perché a seconda delle analisi su terreno il progetto sarà diverso. Ricorrere all’uso di specifici escavatori, sistemi di rastrellazione o altro. Sicuramente è da introdurre il ricorso all’uso di plastica biodegradabile per la pacciamatura e il trattamento con fertilizzanti a base di alghe.

I materiali plastici recuperati dovranno innescare un sistema econimicamente virtuoso di rivendita della plastica recuperata.

Per rispondere a una precisa richiesta da parte dell’Accademia, relativa all’analisi genetica e al miglioramento dei processi di trattamento di caffé e the, verrà sviluppato un progetto con EtLab e Dna Analytica almeno per la fase di finger printing.

Sul tema della sicurezza alimentare, tracciabilità, certificazione, processi produttivi e di trasformazione e confezionamento, verrà sviluppato un complesso progetto, vi è l’intenzione di sottoscrivere un protocollo a partire dall’esperienza italiana, unica al mondo.

“Qualunque progetto complesso per essere portato a termine ha bisogno prima ancora che del know how, dello sviluppo di relazioni proficue – ha detto Mario Braga – Per questo propongo in questa sede di aprire un accordo tra le istituzioni per creare nuovi ambasciatori dell’economia agroalimentare cino-Italiana con la funzione migliorare le reciproche capacità di comprensione e di trasferire conoscenze e modalità di sviluppo di prodotti dall’Italia alla Cina”.

Tra le realtà di fama internazionale disponibili ad implementare il progetto vi sono Edmund Mach frutticultura di Trento, San michele all’Adige e il Centro di formazione di Minoprio.

Nelle diverse progettualità già pronte ad essere sviluppate, sono coinvolte al momento più di trenta aziende.

Al tavolo si è avvertita l’assenza di rappresentanti del Governo Italiano ad un progetto così strategico che coinvolge le Istituzioni governative di un importante Provincia Cinese. “Al mio rientro in Italia mi impegno personalmente ad incontrare i rappresentanti del Ministero dell’Agricoltura e il del Ministero dello sviluppo economico per presentare i progetti in corso e sollecitare una partecipazione istituzionale” ha dichiarato a conclusione dell’incontro il Presidente Paolo Longobardi.

 

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