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La DSC (Parte II): Leone XIII e la Rerum Novarum

All’inizio del XIX secolo il capitalismo appariva consolidato e diffuso a tal punto che la disoccupazione era quasi del tutto sconosciuta. La rivoluzione industriale sembrava non dovesse mai aver termine e tutti gli indicatori economici invitavano a continuare il cammino intrapreso verso sempre una maggiore liberalizzazione economica. Tuttavia, alla fine del secolo, il capitalismo iniziava a mostrare i suoi primi cedimenti, la disoccupazione faceva capolino e prendeva piede la prima depressione economica conseguenza anche del protezionismo tedesco e delle condizioni pessime nelle quali vivevano i lavoratori. In questo quadro Leone XIII, il 15 maggio del 1891, promulgò la prima enciclica sociale della Chiesa cattolica, la Rerum novarum. C’era molto fermento tra i cattolici e incombeva la tentazione di ritornare ad un sistema economico medievale, per questo la stesura dell’enciclica fu travagliata. La struttura del documento risulta essere lineare e semplice, ed è articolata in tre parti principali: vengono indicate le cause del conflitto sociale, si esamina criticamente il rimedio socialista, e si passa a tracciare le linee del vero rimedio che non può che essere quello ispirato ai principi cristiani. Ovviamente la contestualizzazione storica è fondamentale per comprendere la natura e gli scopi del documento. Leone XII ottenne di reinserire i cattolici nella vita e nel dibattito sociale e, nonostante la carica antiliberale del documento, il principale obiettivo rimaneva la visione socialista. Al pensiero di Marx il Papa contrappose il nascente concetto sociale cattolico. La proprietà privata venne indicata come un diritto naturale e scopo del lavoro, la disuguaglianza sociale non doveva essere vista come terreno per la lotta di classe ma come opportunità di collaborazione tra lavoratori e capitalisti. Soprattutto si stabilì che il capitale non può stare senza il lavoro e nemmeno il lavoro senza il capitale. Alla collaborazione delle classi sociali tra loro dovevano concorrere anche gli altri due soggetti sociali portanti: la Chiesa e lo Stato. Fu il superamento della tentazione di ritornare alla visione medievale e l’inizio da parte della Chiesa dell’accettazione del capitalismo, criticandone però la teoria liberale estrema e lo spirito individualistico.

Alfonso D’Alessio

a.dalessio@unimpresa.it

 RERUM NOVARUM (testo)