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La DSC (parte III): Pio XI e la Quadragesimo Anno

Con la Quadragesimo Anno si istaura la tradizione, ormai consolidata, che ogni papa nel primo anno di ogni decade, celebra la Rerum Novarum con un’enciclica commemorativa. L’unica eccezione risale al 1951. La Quadragesimo Anno, documento celebrativo dei quarant’anni, cade in un contesto molto diverso da quello nel quale si trovò Leone XIII. Pio XI, salito sulla cattedra di San Pietro nel 1922, dovette fare i conti con una secolarizzazione che tagliava sempre nuovi traguardi e faceva il verso ad una sorta di apostasia di massa. Il mondo aveva conosciuto la prima guerra mondiale e aveva fatto in tal modo i conti con la perversione di un progresso tecnologico e scientifico asservito ai conflitti bellici. Nel 1929 famosi furono i Patti Lateranensi con l’Italia, modificati nel 1984, e nel 1933 il concordato con la Germania. Tutto il pontificato di Ambrogio Damiano Achille Ratti, si caratterizzò per il tentativo di ricristianizzazione della società. La crisi economica del 1929 rese evidente che la giustizia sociale e la politica dei salari, assumevano sempre più una dimensione planetaria e di importanza strategica. Gli economisti del tempo ritennero passeggera la situazione di crisi e assorbibile dalle stesse logiche di mercato, ma sbagliarono. Ci si trovò infatti di fronte un evento tutt’altro che breve e transitorio. Anche la Quadragesimo Anno come la Rerum Novarum criticò lo spirito individualista del capitalismo, e indicò nella concorrenza senza regole il rischio di un processo autodistruttivo. I mercati abbandonati a se stessi, senza controllo legislativo e politico, generano il monopolio e l’oligopolio delle proprie regole. In definitiva rischiano di schiacciare la persona. La soluzione indicata fu quella di ricorrere ad una sorta di programmazione economica orientata al raggiungimento della giustizia sociale. E’ anche l’enciclica che riprese il principio di sussidiarietà chiedendo allo Stato di decentrare funzioni e compiti, valorizzando il ruolo delle società intermedie, e tra queste, il ruolo delle corporazioni di arti e mestieri.

Alfonso D’Alessio

a.dalessio@unimpresa.it

 QUADRAGESIMO ANNO (testo)