Di Paolo Longobardi, Presidente Onorario di Unimpresa
Speravamo che questo Natale arrivasse all’insegna della serenità, dopo 287 giorni, quasi un anno intero, di questo orribile 2020, flagellato dal Covid-19, che ci ha stravolti, disorientati, demoralizzati e fiaccati, moralmente ed economicamente.
Non si sa quando vedremo quella luce che avrebbe dovuto illuminarci per un auspicio universale di pace, di amore e di benessere, insieme con la Stella Cometa. È un momento drammatico, il cui conto salatissimo sarà pagato principalmente dalle famiglie e dalle imprese: i genitori, i nonni, i figli, gli imprenditori e i lavoratori, nonché le nuove generazioni, nelle prospettive future e nei processi di apprendimento, dalle scuole dell’obbligo alle università.
Ci sono qualità, tuttavia, che non sono state scalfite dalla pandemia: la fibra morale e la silenziosa capacità del fare che appartiene ad una parte rilevante del popolo italiano. Penso a chi, facendo impresa e lavorando per le imprese, non si arrende, continuando a dare il suo contributo operoso e fattivo.
Non c’è solo l’Italia dei cacciatori di poltrone, degli incarichi inutili e costosi, della burocrazia, dei rapinatori delle casse dello Stato e dei politici irresponsabili e incapaci, che stanno rubando il futuro ai nostri figli.
No!
Esistono persone – e voglio credere che non siano la minoranza del nostro amato Paese! – capaci, lungimiranti, consapevoli del fatto che, in alcuni momenti drammatici, bisogna mettere esperienze, capacità, professionalità, risorse finanziarie e capitale umano a disposizione della collettività e degli altri, come i dipendenti, i consulenti, i clienti, i soci, i colleghi e i fornitori.
Esistono, inoltre, due modi di intendere il ruolo delle Organizzazioni di categoria: – il primo, quello più diffuso, è composto di professionisti dell’associazionismo, di collezionisti degli incarichi, di trafficanti di interessi; – il secondo, quello minoritario, è composto da persone di buona volontà che lavorano per gli altri, che si mettono al servizio di amici, aiutano, raccolgono, giorno dopo giorno, i bisogni, ascoltano le necessità, anche vitali.
Si tratta di due mondi diversi, opposti: UNIMPRESA è nata fuggendo dal primo, per costruire il secondo. La filosofia di Unimpresa è fondata sull’amicizia e sui rapporti umani.
I nostri tratti distintivi sono il sostegno e la collaborazione, specie nei momenti difficili. Questa stella polare non si è mai spenta, mai, nemmeno nei giorni più difficili di quest’anno disgraziato.
Non ci siamo arresi e non è un caso che, proprio durante il lockdown, abbiamo chiamato al vertice dell’organizzazione alcune figure di altissimo profilo, con esperienze maturate in importanti incarichi e in prestigiosi ambiti professionali: un rafforzamento che ha fatto compiere a Unimpresa un ulteriore salto di qualità, proprio quando era più utile e necessario.
Un’ulteriore prova che non bisogna mai arrendersi!
Adesso più che mai, quindi, occorre trovare la forza di reagire, di collaborare e di mettersi al servizio degli altri. I prossimi anni saranno di ricostruzione, non solo in Italia, ma a livello mondiale. Occorre riprogettare schemi e modelli economici. Un nuovo sviluppo, fondato sulla sostenibilità!
Dovremo rimboccarci le maniche e non solo in senso figurato!
Si tratta di disegnare il futuro e Unimpresa non si tirerà indietro!
Con queste mie semplici, ma consapevoli, riflessioni auguro a tutti i nostri associati un sereno Natale, nell’ intimità domestica, con la speranza che il 2021 ci possa riservare la buona salute e una ripresa economica di tutte le micro, piccole e medie imprese, la cui tutela e salvaguardia costituiscono la missione principale di Unimpresa.
Un abbraccio a tutti!
Roma, 16 dicembre 2020
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