Di Paolo Lecce
La giustizia consiste nella costante e perpetua volontà di attribuire a ciascuno il suo diritto.
Le regole fondamentali sono: vivere onestamente, non recare danno ad altri, attribuire a ognuno il suo.
Secondo Cartesio, la giustizia è la coesistenza, secondo una legge universale di ragione, attuata in modo coattivo.
Tralasciamo la panoramica sui vari ordinamenti europei, dove comunque risultiamo essere nelle ultime posizioni, con la Spagna ed il Portogallo, evitiamo giudizi legati ad ideologie politiche: sistema corrotto o al contrario eccessivamente coercitivo.
L’apparato giudiziario italiano si basa sul cosiddetto “Civil Law”; il giudice ed il pubblico ministero sono membri della magistratura, la funzione amministrativa è esercitata dal Ministero della giustizia.
Nonostante questa strutturazione esistono vari problemi: primo fra tutti la lentezza del processo.
I tempi morti, le cause pendenti per anni, stremano le parti e danno luogo ad una vera e propria… ingiustizia. Ovviamente le conseguenze sono ancora più gravi per quanto concerne il diritto penale, includendo anche un giudizio etico.
Nel nostro ordinamento, l’imputato non è colpevole, finché non viene dichiarato tale con sentenza definitiva; quindi, gli imputati possono “svicolare” avvalendosi della prescrizione o diversamente affrontare una causa con prove schiaccianti che dimostrano l’estraneità del fatti se imputati e/o la colpevolezza degli indagati se parte attiva del processo.
l’Art. 3. Della Costituzione Italiana che recita: “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali”, e di conseguenza di fondamentale importanza è il ruolo Dell’investigatore Privato Italiano, figura indispensabile nell’acquisizione di prove sia per la DIFESA sia per l’ACCUSA, come riconosciuto nel nuovo Processo civile, dal 1998, in cui i RISULTATI INVESTIGATIVI ASSUMONO EFFICACIA PROBATORIA E UTILIZZABILITÀ NELLA PROCEDURA ma anche e soprattutto nel Processo penale, che vede l’attività dell’investigatore privato, come regolamentato dall’art. 391-bis.C.C.P che recita: “Il difensore, sin dal momento del conferimento dell’incarico professionale, ha facoltà di svolgere investigazioni al fine di ricercare ed individuare elementi di prova a favore del proprio assistito”, articolo secondo il quale gli Investigatori Privati Regolarmente Autorizzati, possono conferire con persone in grado di rendere informazioni rilevanti alle indagini in corso e acquisire prove utili alla sorte del mandante.
La lentezza del macchinario giudiziario ha determinato spesso la condanna da parte della Corte Europea dei diritti dell’uomo.
Un altro ostacolo al buon funzionamento della giustizia italiana, è il grande rilievo mediatico che si dà ai processi e la costruzione degli stessi intorno alle inchieste che non hanno alcun valore di giudizi.
Il giudice emerito della Corte Costituzionale, Sabino Cassese, ribadisce che in uno stato di diritto, va ascoltato il giudice, non l’accusa che inizia la procedura.
Attraverso la legalità, che è la scelta metodologica per raggiungere il traguardo della giustizia, si cerca di rispettare e garantire i diritti di tutti.
Non esitate a chiamare un Investigatore Privato per poter vincere una causa, ma chiama solo quelli professionalmente validi come quelli associati ad UnimpresaPol – Federazione Nazionale Aziende di Servizi Investigativi maggiormente rappresentativa in Italia.
Gli organi di giustizia tengano sempre presenti le parole di Papa Francesco: “Dove non c’è giustizia non c’è pace”.
UnimpresaPol
#nessunoescluso
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