Le nuove assunzioni stabili, cioè i contratti di lavoro a tempo indeterminato, sono legate agli sgravi fiscali e non all’articolo 18 innovato dalla riforma del Jobs Act. Entro la fine dell’anno si potrà registrare un incremento netto di 250.000 “posti” in più, ma si tratterà in due casi su tre di regolarizzazioni di situazioni irregolari o di stabilizzazione di attuali precari; solo un caso su tre è invece nuova occupazione pura. Così il Centro studi di Unimpresa, in relazione ai dati sull’occupazione diffusi in questi giorni. Secondo l’associazione gli imprenditori stanno sfruttando gli sgravi contributivi contenuti nella legge di stabilità per il 2015 che riconosce a partire dal primo gennaio di quest’anno l’esonero del versamento dei complessivi contributi previdenziali per un massimo di 36 mesi ai datori che assumono lavoratori che nei sei mesi precedenti non siano stati occupati a tempo indeterminato e per i quali tale beneficio non sia già stato usufruito in relazione a una precedente assunzione a tempo indeterminato. Nella strategia delle aziende, speciale le micro piccole e medie imprese, non indice in maniera significativa il nuovo articolo 18 che ha ridimensionato le norme sui licenziamenti illegittimi, introducendo norme soft.
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