Di Giovanni Assi (Consigliere nazionale Unimpresa)
Quello che dovrebbe essere l’anno della ripartenza, l’anno in cui dopo il più grande disastro economico della storia italiana dalla Grande depressione del 1929 e che ha già lasciato sul campo quasi 600.000 posti di lavoro e che dopo marzo 2021 ovvero dopo la fine del blocco dei licenziamenti ne lascerà altri 600.000 per una riduzione totale degli occupati stimata intorno al 7%, l’anno in cui si dovranno finalmente riaccendere i motori delle nostre aziende, ci si aspettava dalla legge di bilancio 2021 dei provvedimenti che potessero consegnare alle nostre imprese delle armi da fuoco per poter affrontare un guerra a denti stretti scommettendo su un 2021 dal forte rilancio, provando a mantenere i propri livelli occupazionali o addirittura creare nuovi posti di lavoro assumendo nuovo personale, invece le nostre aziende, se la legge di bilancio appena approvata dalla Camera passerà senza modifiche l’esame del Senato, si troveranno a combattere una guerra a “mani nude”.
Ieri sera è stata approvata alla camera la legge di bilancio 2021 e stando alle bozze ed alle indiscrezioni che girano (perché di questo possiamo parlare visto che l’arroganza di questo esecutivo ha portato lo stesso ancora una volta ad adottare provvedimenti senza ascoltare professionisti ed imprenditori, ovvero chi è sul campo di battaglia quotidianamente) dietro ai mille proclami lanciati in questi giorni vi si nasconde ancora una volta soltanto tanto fumo in cui non si è raccontata la verità di quello che ci aspetta, facendo il gioco delle “tre carte”, togliendo da una parte e mettendola dall’altra, perché a fronte di misure cancellate come il Bonus Sud con sgravio al 100% dei contributi si è passati ad una decontribuzione del 30% (dunque mancherebbero circa 70% di risparmio sui contributi ovvero in media 4000 euro di costi in più per ogni lavoratore!) così come dallo sgravio contributivo IO LAVORO mandato in soffitta al 31.12.2020 senza se e senza ma e che abbracciava una vastissima platea di lavoratori senza limiti di età si è passati al nulla o quasi, perché se si considera che il Bonus assunzioni giovani previsto per il 2021 e di cui tanto si parla non è altro che la “revisione” di una misura già esistente (Legge di bilancio 2018) e che la stessa riguarderà esclusivamente una fascia di età di lavoratori fino ai 35 anni (tagliando fuori i disoccupati over 35 che ammontano al 44,86% del totale dei disoccupati) e che peraltro non dovranno mai aver avuto un contratto a tempo indeterminato, due requisiti che devono essere rispettati congiuntamente, l’unica vera misura aggiuntiva riguarda le assunzioni delle donne. Senza parlare del silenzio assoluto su quello che è stato il più grande fallimento di questi di DPCM ovvero la necessaria riforma degli ammortizzatori sociali.
Come si può mai pensare che una battaglia così ardua, come quella che aspetta le nostre aziende nel prossimo anno, possa essere affrontata con questi strumenti davvero miseri? Chiediamo che il Senato nonostante le tempistiche ristrette faccia in maniera scrupolosa il suo lavoro nell’esame della Legge di Bilancio lanciando un grido di aiuto ai Senatori affinché possano porre in extremis rimedio a questa ennesima presa in giro per le nostre imprese.
- Bonus 200 euro è baraonda! - 21 Giugno 2022
- Inps. L’ennesima presa in giro! - 5 Agosto 2021
- Dati negativi sull’occupazione e la mancanza di politiche attive - 2 Agosto 2021