Si tratterebbe di una vera e propria mazzata per il ciclo economico interno, già alle prese con una pesante riduzione dei consumi da parte delle famiglie e con le imprese ormai con l’acqua alla gola”.
Secondo Longobardi “le esigenze di finanza pubblica non possono essere ignorate, e lo comprendiamo a fondo. Il rigore serve e qualche segnale, specie sul versante dei differenziali di rendimento dei titoli di Stato, cioè lo spread, in effetti si vede. Tuttavia, il solo rigore, come abbiamo sottolineato più volte, non basta. Anzi, se non accompagnato da altre misure espansive e di favore per le attività imprenditoriali, può rappresentare il colpo di grazie sulle speranze di ripresa e di uscita dal tunnel della bufera finanziaria internazionale. Non chiediamo la luna, ma di trovare nel bilancio pubblico 4-5 miliardi di euro volti a coprire la teorica perdita di gettito derivante dal passo indietro sull’aumento Iva”.
Ufficio Stampa Unimpresa
a cura di Ago Press
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