Il d.l. sulle liberalizzazioni prevede l’elaborazione da parte dell’Autorità garante della concorrenza e del mercato, in raccordo con i ministeri della Giustizia e dell’Interno, di un parametro che misurerà il livello di legalità delle imprese. Uno strumento che potrebbe innescare un circuito virtuoso di rivolta degli operatori economici nei confronti del racket, del pizzo, delle infiltrazioni nel settore degli appalti, ecc.
L’interesse tutelato consiste in primo luogo nel buon funzionamento dell’intero sistema economico che non deve essere compromesso da posizioni di prevalenza conquistate con strumenti illegali.
Le modalità di manifestazione del metodo mafioso sono molteplici.
Il primo vantaggio competitivo dell’impresa illegale è rappresentato dall’azione di scoraggiamento della concorrenza. L’impresa mafiosa ha la possibilità di poter agire in una situazione di vantaggio rispetto alla concorrenza, perché può sfruttare la sua capacità d’intimidazione che agisce come una barriera doganale.
Il secondo vantaggio, competitivo dell’impresa illegale, è rappresentato dalla compressione salariale e dalla possibilità di poter usufruire di una manodopera più fluida. L’impresa mafiosa impone le condizioni di lavoro ad essa più favorevoli. Le conseguenze sono la precarietà dei lavoratori, la violazione dei diritti sindacali, l’evasione dei contributi previdenziali e lavorativi, il ricatto costante dei lavoratori, condizioni di lavoro non sicure e un accrescimento della produttività dell’impresa mediante la pressione creata sugli operai.
Il terzo vantaggio competitivo dell’impresa illegale consiste nella sua maggiore disponibilità finanziaria che può essere imputata a diverse cause. In primo luogo, l’imprenditore mafioso ha la possibilità di investire parte delle risorse che provengono dalle attività illecite. Gli immensi profitti provenienti dalle attività illegali possono essere utilizzati nel circuito delle imprese legali. La criminalità organizzata, quindi, ha la possibilità di un accesso privilegiato al circuito bancario, grazie alla sua liquidità, e una disponibilità finanziaria assai superiore alle imprese concorrenti.
Attraverso questi vantaggi il sistema dell’illegalità acquisisce il controllo di specifiche aree del mercato con effetti devastanti sulle regole della concorrenza.
Finalmente, il rating per la legalità costituirà un “metro” attraverso il quale le imprese saranno incentivate a tenere comportamenti in linea con il massimo contrasto alla criminalità, ma diventerà anche un elemento centrale nella vita delle stesse, perché utilizzato come strumento premiale nell’accesso al credito ed alle agevolazioni pubbliche.
Contro le organizzazioni criminali e il loro potere deve passare una volta per tutte il messaggio che rispettare le regole, oltre che doveroso, è conveniente!
Paolo Longobardi, presidente di Unimpresa
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