“La salita dello spread non può essere ignorata: tra debito pubblico e prestiti ai privati, la bufera può avere effetti su oltre 3.650 miliardi di euro. Ecco perché: l’aumento del divario tra i titoli di Stato italiani e quelli tedeschi fa crescere la spesa per interessi riconosciuti ai sottoscrittori di bot e btp; e poi produce effetti negativi sul patrimonio delle banche, con ripercussioni inevitabili sul motore del credito, sia con l’incremento dei tassi sia con il restringimento della liquidità immessa nel canale degli impieghi. In tutti e due i casi, sia sul versante della spesa pubblica sia sul versante bancario, a pagare il conto finale sono aziende e cittadini. E’ quindi opportuno che ci sia maggiore attenzione al differenziale Italia-Germania, che non è un numero neutro, ma un parametro di mercato col quale siamo costretti a fare quotidianamente, come contribuenti e come operatori economici. Da questo punto di vista al governo guidato da Giuseppe Conte chiediamo maggiore responsabilità, anche con le dichiarazioni”. Lo dichiara il presidente di Unimpresa, Giovanna Ferrara. “I numeri parlano chiaro: c’è anzitutto un debito da 2.326,5 miliardi di debito pubblico sul quale paghiamo interessi, ogni anno, tra i 65 e gli 80 miliardi. In ballo, poi, ci sono 696,4 miliardi di finanziamenti alle aziende e e 627,8 miliardi di crediti alle famiglie. Tutta questa massa di denaro, in totale 3.650 miliardi di euro, può essere compromessa dalla bufera dello spread” aggiunge Ferrara.
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