“Non abbiamo pregiudizi particolari verso alcuna forma di intervento in campo fiscale. Se si va nella direzione della flat tax, la strada va perseguita fino in fondo ovvero creando un sistema che “appiattisca” realmente il quadro delle aliquote. Una ulteriore aliquota se, da un lato, favorisce i redditi più bassi, corre il rischio di rendere il sistema fiscale più complicato. A noi interessa che la pressione fiscale – sulle imprese anzitutto, ma anche sulle famiglie – cali drasticamente e in tempi rapidi. Secondo i nostri calcoli, il totale delle entrate rispetto al prodotto interno lordo supererà, nei prossimi anni, il 47%, mentre il rilancio dell’economia italiana passa attraverso un mix di interventi e, all’interno di questi, le misure fiscali sono imprescindibili. Per noi i due pilastri sono: semplificazione e riduzione del prelievo sui contribuenti”. Lo ha detto oggi il vicepresidente di Unimpresa, Andrea D’Angelo, nel corso dell’incontro al Viminale tra il vicepremier Matteo Salvini con le associazioni imprenditoriali e i sindacati.
Secondo il vicepresidente di Unimpresa “il quadro macroeconomico non stabile (accanto a una prospettiva di crescita comunque più bassa rispetto alle attese dello scorso anno) rende complicata la definizione della prossima legge di bilancio. Le piccole e medie imprese italiane, in particolare, vivono una situazione assai incerta. È essenziale ripristinare un clima di fiducia e, in questo senso, può e deve contribuire anche una stabilità di governo che, al momento, non si vede. Il nostro livello di preoccupazione, che abbiamo l’occasione di esprimere per la prima volta in questa sede, è altissimo. Sempre in materia fiscale, D’Angelo ha osservato che “le clausole di salvaguardia (parliamo di più di 23 miliardi complessivamente) corrono il rischio di rappresentare il colpo di grazia per l’economia italiana, ma L’incremento delle aliquote avrebbe inevitabili effetti sui prezzi finali di prodotti e servizi, con i consumi destinati a fiaccarsi sensibilmente. È necessario intervenire -chiusa la pagina della cosiddetta pace fiscale con la rottamazione delle cartelle esattoriali – anche sul contenzioso: vanno ridotti i tempi, i costi e vanno semplificate le norme. Qualsiasi riduzione del carico fiscale impone l’individuazione di coperture finanziarie: la spending review è la soluzione sulla quale insistere, non si è mai fatto nulla di concreto per aggredire le sacche di sprechi nel bilancio pubblico”.
D’Angelo si è soffermato anche sui problemi relativi al Sud. «I difetti strutturali del Paese sono ancora più pesanti nel Mezzogiorno che non ha certo bisogno di politiche assistenzialiste. Servono però urgenti interventi che migliorino l’accessibilità e le infrastrutture dei territori. Bisogna puntare sul turismo e soprattutto sfruttare al massimo i fondi strutturali europei. Il turismo va concepito, una volta per tutte, come un sistema industriale. Solo così si creano ricchezza, nuova occupazione e coesione sociale». Per il vicepresidente di Unimpresa «resta da risolvere anche il problema del forte divario nell’accesso al credito bancario. Un dato ne dà una plastica rappresentazione: mentre al Centro Nord gli impieghi bancari eccedono i depositi per oltre 800 miliardi di euro, al Sud gli impieghi sono addirittura inferiori ai depositi per circa 10 miliardi di euro. La carenza di finanziamenti condiziona sensibilmente ogni decisione di investimento anche in presenza di significativi incentivi agli investimenti. È prioritario, poi, rilanciare gli investimenti pubblici per riequilibrare le divergenze infrastrutturali nel Paese: va in questo senso, infatti, un percorso razionale improntato ad un rigoroso criterio di efficacia ed efficienza nella destinazione delle risorse dovrebbe premiare fortemente il Sud. Il cuore di Unimpresa è al Sud e le imprese del Mezzogiorno, lasciatecelo dire, possono concorrere da protagoniste a riattivare lo sviluppo dell’intero Paese».
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