La manovra sui conti pubblici per il 2022 che il governo presenterà al Parlamento con il disegno di legge di bilancio conterrà interventi pari a circa 23 miliardi di euro. È questa, infatti, la differenza per il prossimo anno, indicata dal governo nella Nadef, tra un deficit pubblico calcolato conteggiando nuove misure, pari a circa 106 miliardi, e un deficit pubblico “pulito”, pari a quasi 83 miliardi. È quando emerge da un’analisi del Centro studi di Unimpresa, secondo la quale per il 2022 il nuovo debito pubblico, comprensivo dei fondi necessari a finanziarie la legge di bilancio, sarà pari al 5,6% del prodotto interno lordo, percentuale che scende al 4,4% in assenza di nuovi interventi. Proprio da questa differenza, ovvero l’1,2% del pil (previsto dal governo a quota 1.892,5 miliardi per l’anno prossimo), fa emergere i 23,1 miliardi di indebitamento netto aggiuntivo che il governo ha messo in conto per finanziare la futura legge di bilancio. Secondo l’analisi di Unimpresa, che ha preso in esame la Nota di aggiornamento al Documento di economia e finanza, il pil tendenziale (cioè senza nuove misure) indicato nella Nadef per il 2022 è di 1.883,4 miliardi e l’indebitamento netto è pari a 82,8 miliardi (4,4% del pil); il pil programmatico (cioè con nuove misure) sale, invece, a 1.892,5 miliardi e, in questo caso, il governo stima l’indebitamento a 105,9 miliardi (5,6%). La differenza tra 105,9 miliardi e 82,8 miliardi è pari a 23,1 miliardi ovvero la cifra che – salvo ulteriori, lievi aggiustamenti – il governo intende stanziare con la manovra sui conti pubblici che sarà presentata al Parlamento entro il 20 ottobre. «Sulla composizione delle misure, una buona parte della lista della spesa è già, di fatto, nota: si va dal rifinanziamento dell’ecobonus fiscale 110% per le ristrutturazioni edilizie agli interventi per il reddito di cittadinanza, da qualche primo ritocco per ridurre la pressione fiscale alle misure sulle pensioni e Quota 100» spiegano gli analisti di Unimpresa secondo i quali «a cifra stanziata per il prossimo anno è decisamente più contenuta rispetto ai 71,8 miliardi impiegati con i vari decreti legge approvati nel corso del 2021: in particolare, i 31,5 miliardi del decreto legge 41 e i 39,1 miliardi del decreto legge 73. Non sono da escludere ulteriori interventi economici in corso d’opera per l’anno prossimo, quando comunque cominceranno a essere impiegati i 191 miliardi in arrivo dall’Unione europea per il nostro Piano nazionale di ripresa e resilienza. Tuttavia, la sensazione è che il governo, con la legge di bilancio, intenda in “normalizzare” il quadro di finanza pubblica, dopo aver raggiunto risultati più che soddisfacenti sul fronte dell’emergenza sanitaria, col Paese che, da mesi, ha stabilizzato e tenuto sotto controllo la pandemia da Covid».
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