«Con la scusa del contrasto al lavoro nero e della lotta all’evasione fiscale, il governo scarica finanche sui piccoli contribuenti obblighi e adempimenti tributari eccessivamente onerosi e impossibili da sostenere. Il rischio è che la misura sugli appalti si trasformi in un doppio boomerang: da un lato potrebbe aumentare il nero, dall’altro potrebbe essere disincentivati i piccoli lavori di ristrutturazione edilizia con enormi danni per l’economia». Lo dichiara il vicepresidente di Unimpresa, Giuseppe Spadafora, commentando la norma del decreto fiscale (articolo 4 del decreto legge 124 del 2019) collegato alla manovra sui conti pubblici. Si tratta della misura relativa alle ritenute e compensazioni in appalti e subappalti ed estensione del regime del reverse charge per il contrasto dell’illecita somministrazione di manodopera. «La norma è assurda e non tiene conto della realtà dei fatti. I committenti di appalti, anche piccoli, diventeranno a tutti gli effetti veri e propri sostituti di imposta, obbligati a rispettare procedure e regole sovradimensionate rispetto alle reali possibilità sia sul fronte dei controlli formali sia per quanto riguarda i pagamenti» osserva ancora il vicepresidente di Unimpresa. «È una norma sbagliata e ingiusta che va cancellata durante l’iter parlamentare della manovra di bilancio nel corso della quale il decreto fiscale collegato verrà convertito definitivamente in legge. Faremo tutto il possibile per spiegare alle forze politiche che la misura corre il rischio di danneggiare l’economia senza alcun effetto positivo per le casse pubbliche» spiega Spadafora.
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