«L’ultimo blitz dei Nas nelle mense scolastiche del Paese ci consegna un quadro paradossale, oltreché penalmente rilevante in termini di igiene e sicurezza. Nei convegni e nelle piazze griffate va in scena la propaganda del made in Italy e del chilometro quanto più zero possibile. A tavola, invece, spesso e volentieri, la tavola dei nostri figli o dei pazienti nelle strutture sanitarie, arriva cibo non tracciato, di provenienza mediamente continentale, carne e olio tutto fuorché italiani. Il dominio della grande e indiscriminata distribuzione che salvo rari casi non privilegia la nostra produzione. È così che si tutela la sovranità alimentare?». Lo dichiara il vicepresidente di Unimpresa Sanità e presidente di Unimpresa Calabria, Giancarlo Greco.
«I Nas, a cui va il nostro più sentito grazie per le ultime azioni di controllo e prevenzione segnalano che un terzo delle mense scolastiche (ma vale anche per quelle ospedaliere) sono irregolari. Nel mirino l’igiene delle stesse cucine, la gestione degli alimenti, la mancata rispondenza tra qualità e quantità prestabilite nei capitolati d’appalto, mancanza di qualifica e preparazione del personale. E qui siamo sul profilo, per così dire, penale della vicenda. Poi c’è la non meno rilevante questione alimentare. La provenienza dei cibi, la salute dei nostri figli e la salvaguardia delle nostre produzioni che sono eccellenti e di grande qualità. È così che si tutelano la nostra produzione e le nostre aziende agroalimentari? È così che si mettono in sicurezza i posti di lavoro che agiscono del delicato comparto di produzione agricola e alimentare del Paese? Chiediamo un incontro urgente al ministro e al comandante generale dei Nas. La sovranità alimentare corre il rischio di essere solo percettibile nelle piazze e nei convegni. Sulle tavole arriva ben altro» osserva Greco.
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