«La Banca del Sud è un progetto interessante, ma deve essere orientata a finanziare soprattutto le micro, piccole e medie imprese ovvero quelle che oggi faticano di più ad avere accesso al credito bancario ed è il turismo il settore a cui prestare la massima attenzione. Il turismo è una industria che può fare da volano ad altri comparti, dall’artigianato alla manifattura, dai servizi all’agricoltura. Valuteremo, quando sarà concreto, l’iniziativa, ma suggeriamo al governo di creare le basi per un approccio differente. Nella valutazione del merito di credito, andranno valutati a fondo i progetti d’impresa: insomma chiediamo un sistema che non lasci alle macchine e ai parametri standard l’accensione del semaforo verde per l’erogazione di prestiti, deve prevalere il fattore umano e analisi approfondite». Lo dichiara il vicepresidente di Unimpresa, Andrea D’Angelo.
«Della Banca del Sud abbiamo parlato anche ieri sera durante l’incontro a palazzo Chigi, quando abbiamo spiegato che quello delle infrastrutture è il principale gap che separa il Sud dal resto del Paese. E per colmare questo spread abbiamo chiesto al governo di incrementare gli investimenti in grandi opere pubbliche: strade, aeroporti, ferrovie, ma anche infrastrutture tecnologiche, indispensabili per ridurre il divario digitale. Sia chiaro: non chiediamo forme di assistenzialismo, sono retaggi del passato a cui non siamo affatto affezionati e non rimpiangiamo nulla, da quel punto di vista. E poi c’è il fisco: nel Mezzogiorno e in tutto il resto del Paese, è essenziale e urgente intervenire con una riforma fiscale che riduca il carico sia sui lavoratori sia sulle imprese. Quanto alla flat tax, nessun pregiudizio, ma deve andare nella direzione di appiattire il prelievo e non introdurre una ulteriore aliquota che renderebbe il sistema più complesso» aggiunge il vicepresidente di Unimpresa.
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