“La notizia dell’inattesa scomparsa di Carlo Mosca mi strazia l’animo e mi addolora nel profondo del mio cuore, per i forti legami morali, religiosi, intellettuali, professionali e amicali, che ci hanno accomunato, in particolare nei momenti più drammatici della storia della nostra Repubblica, specie dal 1990 al 1994, nella risposta determinata dello Stato agli attacchi stragisti della mafia. Carlo Mosca, mio integerrimo, limpido e rigoroso collaboratore nell’ufficio di gabinetto di tre ministri dell’Interno, che allora guidavo, mi fece dono sempre di suoi preziosi consigli, dettati da un irripetibile senso dello Stato, da un tenace spirito di servizio alla cosa pubblica, da un esemplare equilibrio nella gestione delle emergenze e nella trattazione di delicate questioni afferenti la sicurezza nazionale. Valori intangibili, che, successivamente, hanno ispirato tutta la sua brillante carriera, da prefetto della Repubblica a consigliere di Stato, da saggista a docente, nonché da guida spirituale delle nuove generazioni prefettizie. L’integrità morale fatta persona! Lo piango, con sincero cordoglio, e ne ricordo, in questo momento di distacco, le parole di conforto e di speranza, che riservatamente mi affidò, nella fede comune per il Cristo Risorto, quando fu colpito da drammatici lutti familiari. Grazie, Carlo!”.
Lo ha dichiarato Raffaele Lauro, già prefetto della Repubblica e, oggi, segretario generale di Unimpresa.
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