«La rottura, inattesa, delle trattative tra il Ministero dell’Economia e il gruppo Unicredit relativa al Monte dei Paschi di Siena getta un’ombra sull’intero Paese. La vicenda Mps apre uno squarcio nella narrazione, finora positiva, almeno in larga parte, e ci rimette tutti coi piedi per terra. Non c’è una bacchetta magica né ci sono super eroi: i risultati si raggiungono con impegno, abnegazione e qualità delle persone. Quella banca, la più antica del Mondo, in ogni caso, non può essere lasciata ancora nel guado troppo a lungo. La priorità, per il governo, è la messa in sicurezza dell’istituto senese per tutelare, assieme alla forza lavoro, soprattutto la clientela, le piccole e medie imprese, i territori. Montepaschi è una banca fortemente radicata in alcune zone del Paese e, di là dalle sgraziate vicende di mala gestio che hanno contrassegnato alcune fasi dell’ultimo ventennio, sostiene una parte non irrilevante della economia italiana: più di 4 milioni di clienti, oltre 80 miliardi di euro di crediti a imprese e famiglie e quasi 200 miliardi tra depositi sui conti correnti e masse gestite. Mps è un crocevia importante delle finanze italiane e questo patrimonio va preservato». Lo dichiara il vicepresidente di Unimpresa, Giuseppe Spadafora. «È una pessima notizia, soprattutto, per le prospettive di ripresa economica: all’improvviso, ci rendiamo conto che qualcosa può andare storto, nonostante le alte personalità alla guida del governo e gli importanti risultati raggiunti sia per quanto riguarda le somme ottenute dall’Unione europea col Pnrr sia per la gestione dell’emergenza sanitaria cagionata dalla pandemia da Covid» aggiunge Spadafora.
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