«Ormai risulta evidente, dagli affollati contenuti del Nadef e dalle ultime dichiarazioni del ministro dell’Economia e delle Finanze, Roberto Gualtieri, che per una riforma organica del sistema fiscale si dovrà attendere il 2022 ed oltre. Almeno tre anni ancora, con l’ipotesi di uno slittamento alla prossima legislatura. E che le prime misure saranno varate, nel 2021, nella legge di bilancio, in corso di formazione, con la previsione monstre di 22 collegati alla manovra, che dovranno superare le sabbie mobili delle aule di Camera e Senato: in Parlamento sarà caos. Una riforma in due o tre tempi, quindi, dovuta ai contrasti tra i partiti di maggioranza, che suscita non poche perplessità, perché, come in passato, sarebbe disorganica e renderebbe ancora più intricata quella “giungla fiscale”, che tormenta da sempre la vita dei contribuenti italiani e delle pmi, ostacolandone la ripresa, specie dopo il collasso pandemico, peraltro ancora in corso».
Lo dichiara il consigliere nazionale di Unimpresa, Marco Salustri. «Altro che fisco più semplice, più chiaro, più equo e più giusto. In carenza, inoltre, di un’indicazione univoca, ed ufficiale, dei principi generali che governeranno il nostro futuro ordinamento fiscale, anche alcune misure preannunziate restano avvolte in una nebulosa di ipotesi, con riferimenti incongrui ad altri ordinamenti, come a quello tedesco: dall’Irpef all’Iva» aggiunge Salustri.
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