Ridare dignità alla categoria e combattere l’abusivismo, questi gli obiettivi della categoria.
Con Unimpresa Sicilia lavoreremo per ridare dignità alla categoria e combattere l’abusivismo, queste le prime dichiarazioni del Presidente Regionale dei Panificatori di Unimpresa Sicilia Girolamo Cottone.
Del nuovo Direttivo dell’Associazione dei Panificatori di Unimpresa Sicilia fanno inoltre parte: Nicola Branchina, Salvatore Verzì, Sebastiano Casella, Giuseppe Calcagno, Salvatore Di Stefano, Sebastiano Di Stefano, Filadelfo Verzì, Fabio Nicolosi, Marco Ciraudo, Carlo Zignale e Francesco Trovato.
Presenti alla costituzione oltre 50 panificatori e il Presidente Regionale di Unimpresa Sicilia, il Responsabile della sede Unimpresa – Assoesercenti di Adrano Alfio Di Stefano e Antonio Sinatra Segretario dell’Unione Esercenti Panificatori. L’associazione conta già oltre 200 adesioni di operatori del settore.
La riunione degli operatori per la costituzione dell’associazione di categoria è stata l’occasione per illustrare il nuovo decreto sulla Panificazione del 30/5/2018 che rispecchia i vecchi Decreti ma con alcune novità che tanto stanno facendo discutere la categoria.
Nel dettaglio il Decreto prevede l’obbligo di non panificazione un giorno alla settimana, comprensivo dell’obbligo di chiusura per la prima e terza domenica di ciascun mese. Il Sindaco del Comune competente, può con provvedimento motivato e sentite le principali associazioni di categoria, sostituire le giornate previste (prima e terza domenica del mese) attraverso apposito calendario che regolamenti la turnazione delle attività non esclusivamente nei giorni della domenica. Il tutto dando formale comunicazione all’Assessorato regionale.
Tuttavia, in numerosi Comuni siciliani non vi è stata alcuna attuazione del Decreto, e nessun controllo durante i turni di chiusura previsti (art. 7 c. 1: a chiunque violi tali disposizioni va applicata sanzione amministrativa del pagamento di euro 400.00 e, in caso di recidiva, il Sindaco ordina la chiusura dell’attività per un periodo fino a sette giorni. Art. 7 c. 5: L’autorità competente a ricevere il rapporto sulle violazioni è il Sindaco del Comune competente per territorio). Conseguentemente si assiste alla vendita del pane per area pubblica (esercenti commerciali, botteghe, ambulanti) in perenne violazione dell’art. 5 commi 1 e 2; ovvero senza impacchettamento e con gravi rischi alla salute del consumatore.
Occorre sensibilizzare – dichiara il presidente regionale di Unipan – Sicilia, Associazione dei Panificatori di Unimpresa Sicilia Girolamo Cottone – tutti i Comuni della Sicilia a recepire quanto prima l’attuale decreto della Regione. Non è possibile assistere all’inosservanza continua e recidiva di una norma pubblicata in Gazzetta da mesi. Servono le Ordinanze comunali a garantire le turnazioni laddove richieste, oltre ai controlli fondamentali da parte delle Forze dell’Ordine e degli organi competenti nei confronti dei trasgressori.
Oggi più che mai in termini di Sicurezza alimentare e di disponibilità per i consumatori di cibo sicuro, – ha dichiarato il Presidente di Unimpresa Sicilia – il fenomeno della vendita di pane abusivo è un pericolo: la sua vendita e la sua somministrazione del pane, al di fuori delle norme nazionali e dei regolamenti comunitari, non garantiscono la sicurezza necessaria, perché vengono a mancare l’etichettatura riferita alle materie prime, che in questo caso restano sconosciute, e quella sui valori nutrizionali utili al consumatore per determinarne la scelta. L’abusivismo porta, in sostanza, all’assenza della tracciabilità e a pessime condizioni igieniche dei luoghi di produzione e le metodologie di panificazione. Per questo l’abusivo vende il pane a basso prezzo, che in un periodo di crisi porta i cittadini ad acquistare indipendentemente dai requisiti igienici e fiscali. La vogliamo chiamare concorrenza sleale? Bene. Ma il danno per le imprese regolari e notevole
E’ assolutamente necessario- conclude – proteggere l’attività di panificazione e migliorare l’informazione al consumatore e garantire la sua salute. È fondamentale tutelare le imprese che, anche in questi anni di crisi e calo dei consumi, hanno comunque resistito con forza e determinazione, sostenute dalla loro qualità produttiva, nell’ottica della valorizzazione del Pane, anche in funzione del valore della tipicità e della tradizione.
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