di Pier Giorgio Gabriele
Di fronte alle evidenze generate dal mutato panorama socio-economico del sistema paese Italia, il mondo imprenditoriale è chiamato a rispondere ad interrogativi di prassi gestionale che non possono prescindere dall’accettazione della nuova natura, insita nel cambiamento sociale, collettivo ed individuale che la pandemia ha inevitabilmente generato nella popolazione italiana.
Per comprendere i principali effetti psicologici sulle persone ed in particolare sulle aziende, risulta fondamentale spostare l’attenzione verso nuove domande di beni e servizi. La messa in discussione di cio’ che fino a qualche mese fa poteva essere funzionali, pone al centro una rivisitazione della domanda presente fino al periodo pre-Covid, in addizione alle nuove esigenze proprie e particolari di persone che hanno visto la propria attività, nonostante gli aiuti del governo e le politiche economiche di supporto, entrare inevitabilmente in una fase di stallo e di decrescita economica forzosa, dovuta principalmente al blocco di tutta quella parte dell’economia legata squisitamente ad un mercato di interazione fisica operante fra domanda ed offerta. Lo spostamento delle attività che si sono potute permettere di virare la natura del proprio commercio sul versante telematico, non è stato senz’altro indolore. La motivazione all’acquisto, come parte della relazione umana, trae diretto beneficio da questa, che la rinforza affettivamente ed emotivamente. Da sempre le pubblicità nei media hanno fatto largo uso di una comunicazione emotivamente connotata. Abbiamo tutti assistito in questo periodo di pandemia, a pubblicità di noti marchi stavolta orientate esclusivamente su un messaggio che ribadisse l’identità e l’orgoglio di essere italiani, che hanno poggiato sostanzialmente su un senso di coraggio, che si presume essere insito nella nostra appartenenza nazionale. Gli interrogativi con i quali si confronta il mondo imprenditoriale devono assolutamente prestare attenzione a quello che e’ lo stato emotivo e psicologico dei singoli, dei gruppi e, spostando pi’ in la’ il perimetro, delle istituzioni. Uno stallo economico che ha ingenerato nella persona , nei consumatori e nelle aziende la necessità di reinventare un target sia commerciale che di attività. Cosa chiedono gli italiani, quali risorse individuano in questa crisi e quali i nuovi bisogni. Per rispondere a queste domande è necessario prestare ascolto alla singola persona, e alle sue specifiche esigenze.
La limitazione nei movimenti, principale misura di contenimento posta in essere dal governo italiano ha inciso in modo forte sulla percezione di libertà degli individui. Le persone si sono confrontate e spesso incluse in una serie di misure cautelative spesso interpretate dai singoli come misure misure coercitive e volte al controllo. C’è stata una comunicazione mirata a tenere controllati atti e movimenti delle persone stigmatizzando il virus come “il nemico” attribuendogli questo senso, usando quindi metafore belliche quali “guerra al virus” “il virus e’ il nemico”, che spinge ad aderire a determinate indicazioni, ognuno per il proprio ruolo. Il “nemico” invisibile ha creato nuove necessità tangibili e pragmatiche. Il punto di collegamento fra impresa e cittadino consiste dunque nell’intercettare e tradurre queste necessità, per renderle oggetto di importante attenzione da parte del mondo imprenditoriale e istituzionale.
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