Mantenere a Siena la sede e la direzione generale di Banca Mps è «l’impegno» che assume la Fondazione Mps nella bozza del nuovo statuto messa in consultazione fino al prossimo 11 aprile. Non c’è più, e non ci poteva più essere, da parte dell’ente di Palazzo Sansedoni l’impegno a «garantire» il mantenimento della sede di Mps nel capoluogo toscano dato che non potrà conservare quella quota del 33,5% del capitale che le consentirebbe di avere il diritto di veto in assemblea straordinaria. Il nuovo statuto, come previsto, elimina l’anomalia della maggioranza di rappresentanti degli enti territoriali (Comune, Provincia e Regione) nell’organo di indirizzo: la Deputazione Generale. Quest’ultima dagli attuali sedici membri si ridurrà a un numero da definire dopo la consultazione pubblica (probabilmente dodici) con l’ingresso di rappresentanti «delle diverse realtà locali, pubbliche e private, meritevoli di rappresentanza». Cura dimagrante per ragioni di «economicità e snellezza operativa» anche per la Deputazione Amministratrice: da sette a cinque membri compreso il presidente. Non cambia, invece, la norma che permette, in via eccezionale, un indebitamento superiore al 20% del patrimonio.
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