«L’invito dell’Ocse, rivolo al governo italiano, volto a incrementare le tassazioni patrimoniali, mobiliari e immobiliari, è un disco rotto che non ha più alcun senso, considerando soprattutto che il processo di riforma fiscale appena avviato tenderà a migliorare l’attuale quadro sia normativo sia impositivo. È necessario attendere gli sviluppi dei provvedimenti, eventualmente accelerando la riduzione di alcune aliquote. Altre considerazioni, che arrivano da chi osserva il nostro Paese sistematicamente in maniera distorta, non hanno alcuna ragion d’essere». Lo dichiara il presidente di Unimpresa, Giovanna Ferrara.
«Il mattone, nel nostro Paese, è già ampiamente sottoposto a prelievo fiscale, con circa 30 miliardi di euro di gettito tributario, mentre si dimentica che buona parte dei risparmi e degli investimenti, comunque soggetti a tributi specifici, sono reddito già tassato dall’Irpef. In totale, le imposte patrimoniali già in vigore in Italia ammontano a oltre 50 miliardi e di ulteriori stangate non abbiamo alcun bisogno» aggiunge Ferrara.
«È fondamentale la semplificazione regolamentare: regole troppo farraginose, come quelle in vigore, ogni anno diano il via a una valanga di ricorsi, segno che il rapporto tra amministrazione finanziaria e cittadini calpesta quotidianamente i principi dello Statuto del contribuente. E non è un caso che centinaia di miliardi di euro di imposte accertate, proprio sulla base di leggi e regole astruse, non si riescano a recuperare» sottolinea il presidente di Unimpresa.
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