In Italia nel 2011 sono state importate oltre 60 milioni di cosce di maiale (il doppio di quelle prodotte dai nostri allevatori) destinate, con la trasformazione e la stagionatura, a diventare prosciutti con il nostro tricolore (tra crudi e cotti) perché non è obbligatorio indicare la provenienza della carne di maiale in etichetta. Virtuosa eccezione solo i prosciutti a denominazione di origine protetta che da disciplinare garantiscono l’origine italiana.
Molti altri sono i prodotti che subiscono i danni del ritardo nella applicazione della legge nazionale sull’obbligo di indicare in etichetta l’origine di tutti i prodotti alimentari, approvata all’unanimità dal Parlamento oltre un anno fa. Un esempio per tutti, come abbiamo evidenziato anche lo scorso Novembre nel corso del “Salone della Mozzarella” a Paestum, sul mercato italiano la metà delle mozzarelle è fatta con latte straniero senza alcuna indicazione in etichetta.
Per queste ragioni siamo estremamente soddisfatti dell’attività svolta dai Nas di Parma, che è importante per gli allevatori italiani ma anche per i consumatori che sono troppo spesso costretti a subire l’inganno del falso Made in Italy.
Emilio Ferrara, segretario generale Unimpresa Agricoltura
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