Una delle principali novità del testo sulle liberalizzazioni pubblicato sulla Gazzetta ufficiale è lo sblocco di 5,7 miliardi di fondi per i pagamenti degli arretrati ai fornitori da parte della pubblica amministrazione, di cui 2 saranno versati in Bot.
Sull’argomento interviene oggi Paolo Longobardi, presidente di Unimpresa.
“Ci sono dati che fanno riferimento a quello che è un reale problema delle imprese – spiega – la relazione annuale 2011 della Banca d’Italia rivela che lo Stato ha debiti commerciali pari al 4% del Pil, che equivalgono per il 2010 a 62,5 miliardi di euro. Secondo l’Abi, che alza questa stima, lo Stato dovrebbe dare alle aziende fra i 70 e i 100 miliardi di euro, quindi ritengo che una stima ragionevole dovrebbe collocarsi intorno agli 80 miliardi”.
“Sebbene si tratti di una prima tranche – aggiunge Longobardi – non credo che il pagamento dei debiti della pubblica amministrazione con titoli di Stato sia la soluzione migliore, e tra l’altro c’è una direttiva europea, che a breve dovrebbe essere applicata, che chiede di effettuare il pagamento entro trenta giorni”.
Pagare con i titoli di Stato presenta, secondo Unimpresa, una serie di difficoltà.
“L’articolo 35 del decreto legge sulle privatizzazioni prevede che l’assegnazione di tali titoli non verrà computata nei limiti delle emissioni nette indicate nella legge di bilancio, non andrà cioè a gonfiare il debito pubblico – continua il presidente di Unimpresa – Questo espediente non impedirà, tuttavia, che l’emissione di Bot per pagare gli arretrati della pubblica amministrazione finisca per avere comunque un peso in termini di finanza pubblica”.
“In attesa che sopraggiunga un decreto del ministro dell’Economia a definire le modalità per l’attuazione di questa nuova forma di pagamento – conclude Longobardi – la domanda di fondo che mi pongo è la seguente: quale imprenditore chiederà di essere pagato in titoli di Stato? Suppongo che ogni fornitore della P.A. vorrà del contante in cambio di questo titolo, e a che prezzo si potrà fare questo scambio? A quel punto si renderà necessario un accordo simultaneo con le banche per smobilizzare i titoli, che non è detto che per il piccolo imprenditore si rivelerà vantaggioso. E’ di tutta evidenza, quindi, che la situazione sia ancora molto complessai: ci sono dei debiti che vanno pagati, e non si possono trovare espedienti per risolvere così superficialmente il problema”.
a cura del Servizio Ufficio Stampa Ago Press
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