Paolo Longobardi commenta così alcuni dati emersi dal secondo Rapporto sulla Coesione sociale elaborato da Inps, Istat e ministero del Lavoro e delle Politiche sociali e presentato oggi.
“Il documento ci dice che nel 2010, in Italia, le famiglie in condizione di povertà relativa sono 2 milioni 734 mila (l’11% delle famiglie residenti), corrispondenti a 8 milioni 272 mila individui poveri, il 13,8% dell’intera popolazione – spiega Longobardi – Il 10,2% delle persone vive in famiglie a bassa intensità di lavoro, dove cioè meno del 20% del tempo teoricamente disponibile è impiegato in attività lavorative. Nel corso degli anni, la condizione di povertà è peggiorata per le famiglie numerose, soprattutto per quelle con figli minori e residenti nel Mezzogiorno, per le famiglie dove convivono più generazioni e per quelle con un solo genitore”.
Guardando all’Europa, si legge nel rapporto, i quattro paesi meridionali (Spagna, Portogallo, Grecia, Italia), insieme al Regno Unito, sono quelli caratterizzati dal maggior grado di disuguaglianza nella distribuzione dei redditi nell’Europa a 15. In base al rapporto fra la quota di reddito del 20 percento più ricco e quella del 20 percento più povero della popolazione, nel 2010 i paesi con la minore diseguaglianza nell’Europa a 15 sono i Paesi Bassi, l’Austria, la Finlandia e la Svezia.
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