di Mariagrazia Lupo Albore, Direttore generale Unimpresa
Chi vive in Europa non può mai smettere di volgere lo sguardo verso la costa atlantica americana, perché gli Stati Uniti, nonostante la crescita e lo sviluppo di altre grandi realtà come Cina e India, rappresentano ancora la “nuova frontiera” per l’intero Occidente. Si tratta di un pensiero, che affonda le sue radici nella storia e nella cultura collettiva, è intrinsecamente legato alla capacità dell’America di reinventarsi, di rappresentare un punto di riferimento, persino nei momenti di difficoltà.
L’elezione di Donald Trump alla presidenza degli Usa apre un nuovo capitolo nella storia della nazione che ha sempre rappresentato un faro per il mondo occidentale. Gli Stati Uniti, con la loro influenza culturale, economica, sociale e militare, hanno plasmato e continuano a influenzare profondamente le società di tutto il globo. Ragion per cui, la figura del presidente degli Stati Uniti non è soltanto il capo di un Paese, ma un leader con una responsabilità globale, capace di dettare linee di indirizzo che vanno ben oltre i confini americani. La storia americana, peraltro, è intimamente legata a quella dell’Italia, soprattutto grazie ai milioni di italiani che, all’inizio del Novecento, attraversarono l’oceano in cerca di un futuro migliore. Un’ondata migratoria che non solo contribuì alla crescita economica dell’America, ma creò un ponte culturale che ha unito le nostre nazioni in maniera profonda e durevole. Gli italo-americani, con il loro lavoro, la loro cultura e la loro dedizione, sono divenuti parte integrante del tessuto sociale statunitense, arricchendo e influenzando la società americana.
Vale la pena ricordare che l’importanza del legame tra Italia e Stati Uniti si è manifestata in modo decisivo durante la Seconda guerra mondiale, quando le truppe americane giocarono un ruolo fondamentale nella liberazione dell’Italia dal giogo nazi-fascista. Evento che segnò l’inizio di un’alleanza solida e di un’amicizia che ha attraversato le decadi, mantenendo vivo un rapporto di cooperazione strategica e diplomatica che è vitale ancora oggi. Gli Stati Uniti hanno sostenuto l’Italia nel Dopoguerra, contribuendo alla sua ricostruzione e aiutandola a integrarsi nelle strutture internazionali come la Nato, garantendo stabilità e sicurezza per un lunghissimo periodo.
Dicevamo della costa atlantica a cui guardare sempre. Gli Stati Uniti hanno sempre incarnato l’idea della possibilità di un futuro diverso, un luogo dove le idee possono prendere forma, un laboratorio di innovazione, di cultura e di progresso. Pur attraversando momenti complessi, che mettono alla prova la loro coesione interna e la loro influenza globale, rimangono un modello a cui guardare per comprendere le dinamiche globali e i cambiamenti che riguardano anche l’Europa. E l’Atlantico che ci separa dagli Stati Uniti è anche un ponte simbolico: le onde che lambiscono le coste americane portano con sé i riflessi di eventi, idee e movimenti che inevitabilmente influenzano la vita di chi vive in Europa. Dalla politica internazionale all’economia, dalla cultura pop alla tecnologia, le evoluzioni che avvengono oltre oceano si ripercuotono sulla nostra quotidianità e contribuiscono a modellare le nostre società.
In un certo senso, la “nuova frontiera” a cui ho fatto accenno non è solo geografica, ma anche mentale: è la capacità di spingere oltre i confini del conosciuto, di abbracciare il cambiamento, di perseguire un futuro più ambizioso. Anche in tempi difficili, quando l’America sembra ripiegata su sé stessa, resta un luogo di aspirazione e di sogno, capace di alimentare la nostra immaginazione. Tale tensione verso l’America, questa necessità di seguirne le evoluzioni, riflette la consapevolezza che il futuro dell’Occidente non può essere scritto senza considerare quello che accade al di là dell’Atlantico. Per chi vive in Europa, quindi, il dialogo con l’America è inevitabile, perché continua a rappresentare una dimensione di apertura, di possibilità e di sfida. Anche quando l’Europa persegue la propria strada, la sua visione strategica non può prescindere dall’America: il suo ruolo nel sistema internazionale, la sua capacità di innovare, ma anche i suoi conflitti interni sono elementi che influenzano la stabilità e la direzione dell’intero mondo occidentale. Ecco perché, nonostante le crisi e le turbolenze, l’America rimane per noi europei una frontiera a cui guardare, una terra che conserva il fascino dell’ignoto e la forza del rinnovamento.
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