«Nonostante l’aumento delle risorse e dei fondi messi a disposizione per la sanità pubblica da parte del governo, ad oggi non sono state presentate proposte concrete per migliorare le condizioni lavorative di medici e infermieri. Questa mancanza di iniziative incide sul loro benessere e ha ripercussioni dirette sulla qualità dell’assistenza sanitaria offerta ai pazienti. È indispensabile che vengano elaborati e implementati piani specifici che affrontino le problematiche salariali, le condizioni lavorative e il benessere psicologico di questi professionisti, affinché possano operare in un ambiente dignitoso e produttivo. È essenziale implementare, inoltre, misure di tutela per i medici specializzati, in particolare nelle discipline a rischio alto. Questo dovrebbe includere la creazione di polizze di assicurazione professionale e misure di protezione legale, per garantire che il personale medico possa esercitare la propria professione senza timori e con la serenità necessaria per affrontare le sfide quotidiane. Le istituzioni dovrebbero anche considerare incentivi economici per attrarre medici nelle specializzazioni più critiche e vulnerabili, contribuendo così a garantire un’assistenza sanitaria adeguata e di qualità». Lo dichiara il consigliere nazionale di Unimpresa, Marco Massarenti.
Secondo Unimpresa, il governo ha approvato il riparto del Fondo sanitario nazionale per il 2024, con un investimento superiore a 134 miliardi di euro. Questo incremento di risorse, pari a 5 miliardi e 140 milioni di euro rispetto al 2023, rappresenta un significativo passo avanti nel rafforzamento del Servizio Sanitario Nazionale (SSN).
Il sottosegretario alla Salute, Marcello Gemmato, ha annunciato che la Manovra 2025 prevede ulteriori incrementi, con più di 2,5 miliardi di euro e altri 4 miliardi nel 2026. Le Regioni del Centro-Sud, che avevano già beneficiato di un incremento di 220 milioni di euro l’anno scorso, vedranno un ulteriore aumento con 236 milioni di euro per il 2024, portando a un totale di 456 milioni di euro nel biennio 2023-2024. I nuovi criteri di riparto hanno tenuto conto non solo della popolazione e dei consumi sanitari, ma anche del tasso di mortalità sotto i 75 anni e di indicatori specifici delle necessità territoriali. Una parte significativa delle risorse sarà destinata alla valorizzazione del personale. Sono previsti 500 milioni di euro per l’incremento dell’indennità di esclusività della dirigenza medica, veterinaria e sanitaria, e 335 milioni per l’indennità di specificità infermieristica.
Ulteriori finanziamenti includono quasi 300 milioni di euro per coprire le indennità di pronto soccorso. Per quanto riguarda le liste d’attesa, il Governo ha messo in campo oltre 500 milioni di euro, di cui circa 200 milioni per l’incremento delle tariffe orarie delle prestazioni aggiuntive del personale medico e circa 80 milioni per il personale del comparto sanità. Le opportunità per le Regioni di sfruttare una percentuale del Fondo per il recupero delle liste d’attesa sono state estese fino al 2025, aumentando dal 0,4% al 0,7% del Fondo sanitario nazionale.
«Si rileva una preoccupante carenza di medici specialisti, in particolare nelle aree critiche. È indispensabile trovare soluzioni per incentivare i giovani medici a scegliere specializzazioni a rischio, attraverso misure di sostegno come borse di studio, programmi di mentoring e miglioramenti delle condizioni lavorative nelle diverse specializzazioni» spiega Massarenti. Il riparto include anche importanti risorse vincolate a obiettivi prioritari, come 25 milioni di euro per il Piano Nazionale Malattie Rare 2023-2026 e 40 milioni per il Piano nazionale di contrasto all’antimicrobico-resistenza 2022-2025. Sono previsti 328,3 milioni di euro per il potenziamento dell’assistenza territoriale, in linea con il PNRR, e 12 milioni per il bonus psicologo. «Con l’approvazione di questo significativo investimento, ci aspettiamo di vedere un impatto positivo sulla qualità del servizio sanitario e sull’assistenza fornita ai cittadini. È imperativo che tutti gli attori coinvolti, dalle istituzioni ai professionisti della salute, collaborino per garantire un utilizzo efficace di queste risorse» osserva il consigliere nazionale di Unimpresa.
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