«In queste ore, raccogliamo, fra i nostri associati, micro, piccole e medie imprese, una forte preoccupazione in merito alla gestione dei fondi del Piano nazionale di ripresa e resilienza: il Pnrr è l’ultima occasione per rilanciare definitivamente il nostro Paese e, soprattutto per dare certezze alle pmi. Da giorni, invece, si susseguono indiscrezioni sulla possibilità, sempre più concreta, che vi sia uno stop all’erogazione da parte dell’Unione europea di una quota consistente di fondi già stanziati. Una riduzione pari al 50% delle somme concordate tra Roma e Bruxelles che sarebbe frutto dei ritardi dell’Italia e del governo in particolare rispetto alla tabella di marcia per l’attuazione dei progetti. La Corte dei conti ha stimato per il triennio 2020-2022 una spesa più bassa rispetto alle previsioni iniziali di oltre 20 miliardi di euro (-49,7%). C’è da dire che a un ritardo colmabile solo con l’attitudine tutta italiana di operare last minute e in piena emergenza, si aggiungono alcune incognite non irrilevanti, a cominciare dalla riforma del Codice degli appalti, approvata questa settimana, sulla quale pende l’incerto giudizio della stessa Unione europea». Lo dichiara il consigliere nazionale di Unimpresa, Isa Gatti.
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