«È corretta e al tempo stesso necessaria la richiesta di modifiche, avanzata in queste ore dall’Italia all’Unione europea, del Piano nazionale di ripresa e resilienza. Il Pnrr è un progetto di lunghissima durata che non può restare intatto sia per la sua complessità sia perché le variabili macroeconomiche mutano nel tempo. Pertanto, non sarebbe pensabile completare e condurre in porto tutti gli investimenti previsti che sono arrivati a quasi 195 miliardi di euro». Lo dichiara il presidente di Unimpresa, Giovanna Ferrara. Secondo quanto ricostruito dal Centro studi di Unimpresa, l’Italia è il paese che ha ricevuto lo stanziamento maggiore, pari a 191,5 miliardi, di cui 122,6 miliardi di prestiti e 68,9 miliardi di sovvenzioni. Il Consiglio Ue l’8 dicembre 2023 ha approvato la proposta di decisione presentata dalla Commissione che modifica il Pnrr italiano, compreso il nuovo capitolo dedicato a REPowerEU. Il Piano ammonta ora a 194,4 miliardi di euro (122,6 miliardi in prestiti e 71,8 miliardi in sovvenzioni) e comprende 66 riforme, sette in più rispetto al piano originario, e 150 investimenti. Il Pnrr originario dell’Italia (Recovery and Resilience Plan) è stato approvato il 13 luglio 2021 con Decisione di esecuzione del Consiglio, che ha recepito la proposta di decisione della Commissione europea. La Decisione è accompagnata da un allegato con cui vengono definiti, in relazione a ciascun investimento e riforma, precisi obiettivi e traguardi, il cui conseguimento costituisce la condizionalità alla quale è subordinata l’erogazione delle risorse. La realizzazione dei traguardi e degli obiettivi, cui è finalizzato ciascuno degli interventi del Pnrr, è cadenzato temporalmente su base semestrale, a partire dal secondo semestre 2021 e fino al 31 dicembre 2026, data di conclusione del processo di attuazione del Piano. L’erogazione delle risorse da parte della Commissione europea avviene (al netto del pre-finanziamento di cui l’Italia ha inizialmente beneficiato) su base semestrale, all’esito del procedimento di valutazione del raggiungimento dei traguardi e obiettivi del semestre di riferimento da parte dello Stato membro. Il Pnrr originario italiano è strutturato su 6 Missioni, a loro volta articolate in 16 Componenti concernenti 43 ambiti di intervento, e prevede di destinare almeno il 40% delle risorse complessive ai territori del Mezzogiorno. Inoltre, nel rispetto delle soglie stabilite dalla normativa europea, il Piano prevede che il 37% delle risorse sia indirizzato a interventi per la transizione ecologica e il 25% alla transizione digitale. Il Pnrr modificato l’8 dicembre 2023 comprende 145 misure nuove o modificate, tra cui quelle della nuova Missione 7 dedicata a REPowerEU. Tali misure sono intese a rafforzare riforme fondamentali in settori quali la giustizia, gli appalti pubblici e il diritto della concorrenza. Una serie di investimenti nuovi o rafforzati mira a promuovere la competitività e la resilienza dell’Italia, nonché la transizione verde e digitale e abbraccia settori quali le energie rinnovabili, le catene di approvvigionamento verdi e le ferrovie. Le modifiche hanno determinato l’aumento al 39% delle risorse destinato a misure a sostegno degli obiettivi climatici.
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