Accelerazione per il Piano nazionale di ripresa e resilienza, con i fondi che diventano erogabili in soli 30 giorni: nell’ultima circolare emessa dal Ministero dell’Economia e delle Finanze, dipartimento Ragioneria dello Stato, vengono dettagliate le linee guida essenziali per l’operatività delle anticipazioni finanziarie previste dal Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr). Il decreto legge 19 del 2024, convertito con la legge 56 del 29 aprile 2024, stabilisce che il 30% dei contributi assegnati può essere anticipato agli enti esecutori entro 30 giorni dalla richiesta, anche se determinate norme possano prevedere percentuali superiori.
Lo spiega il Centro studi di Unimpresa, illustrando i contenuti di una circolare del Mef diffusa oggi. Questa disposizione fa parte degli sforzi per garantire l’attuazione tempestiva dei progetti previsti dal Pnrr, rivisto a seguito della decisione del Consiglio Ecofin dell’8 dicembre 2023.
«La circolare è indirizzata alle amministrazioni centrali dello Stato che gestiscono le misure del Pnrr», ma ovviamente ha un impatto assai rilevante su tutte le imprese e le aziende che stanno lavorando e collaborando con la pubblica amministrazione per gestire i fondi europei. Secondo le indicazioni del Mef, le amministrazioni centrali dello stato, gestori delle misure del Pnrr, possono erogare anticipazioni pari al 30% del contributo assegnato a ciascun intervento entro trenta giorni dalla presentazione della richiesta. Tuttavia, la circolare specifica che possono essere applicate percentuali maggiori se previsto da disposizioni di legge particolari. Questa anticipazione è fondamentale per garantire liquidità sufficiente per il progresso rapido e efficace dei progetti. La circolare chiarisce anche le modalità di presentazione delle richieste di anticipazione e sottolinea l’obbligo per le amministrazioni di attestare l’avvio dell’operatività degli interventi per ottenere tali fondi. La circolare è stata diffusa a varie istituzioni, inclusa l’Associazione nazionale comuni italiani (Anci), l’Unione delle province italiane (Upi) e la Conferenza dei presidenti delle regioni.
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