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PREVIDENZA: UNIMPRESA, WELFARE AZIENDALE INSOSTENIBILE PER PMI

lavoratori

Le reti di impresa stanno diventando centrali per lo sviluppo del welfare aziendale, ma tra le piccole e medie imprese prende corpo anche il welfare territoriale. “Senza collaborazione e strumenti alternativi, per le pmi i costi sono insostenibili” dichiara il presidente di Unimpresa, Giovanna Ferrara, in vista del Convegno “Welfare aziendale o territoriale? Quali opportunità per le pmi” organizzato da Unimpresa e in programma il prossimo 6 marzo, alle ore 10.30 all’Auditorium Via Veneto di Roma. Oltre al presidente di Unimpresa, Giovanna Ferrara, è prevista la partecipazione del sottosegretario al Lavoro e alle Politiche sociali, Claudio Durigon, al quale sono affidate le conclusioni della mattinata di lavori. Il programma dei lavori prevede una tavola rotonda, a cui prenderà parte il consigliere nazionale di Unimpresa con delega al Lavoro e al Welfare, Giovanni Assi, per entrare nel merito del dibattito sul welfare e le pmi. Parteciperanno: il presidente di Adapt e Aiwa, Emmanuele Massagli, il sociologo Domenico De Masi, l’amministratore delegato di Eudaimon, Alberto Perfumo, il professor Romano Benini della Link Campus University. All’evento è stato invitato anche il presidente del Cnel, Tiziano Treu.

Secondo un’analisi di Unimpresa che sarà presentata in occasione del convegno, il welfare aziendale, nel corso degli ultimi anni, anche grazie agli incentivi promossi dagli ultimi governi, ha avuto un enorme sviluppo nell’ambito della contrattazione aziendale diventando sempre più strumento di supporto sociale per i dipendenti oltre che di integrazione salariale tanto che ormai in diversi contratti collettivi nazionali di lavoro è diventato un istituto obbligatorio prevedendo erogazioni annuali per tutti i dipendenti. “Per molte piccole e medie imprese, però, anche l’erogazione di una forma minima di welfare diventa un costo aziendale a volte difficilmente sostenibile” osserva il presidente di Unimpresa, Giovanna Ferrara.

La difficoltà – si legge nell’analisi dell’associazione – è dimostrata dal fatto che in molte realtà territoriali sta prendendo piede un’altra forma di welfare con l’ausilio anche delle strutture pubbliche, il cosiddetto welfare territoriale: si tratta reti di imprese che sviluppano piani di welfare comuni scambiandosi, a volte sulla base della loro natura, servizi in favore dei propri dipendenti. Tali reti stanno diventando di fatto una nuova realtà nell’ambito dei servizi di welfare. “Il tema è sempre più importante ed è interessante, perciò, esaminare – aggiunge il presidente di Unimpresa – quale possa essere la migliore opportunità di sviluppo di welfare per le pmi e le aziende in generale tenendo conto del progressivo arretramento dello Stato nell’erogazione dei servizi di assistenza per i cittadini e in proiezione di un invecchiamento progressivo della popolazione e di una sempre più maggiore richiesta di servizi di assistenza nell’ambito familiare”.

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