“La ripresa è lontana e l’andamento dei prezzi, con i consumi al palo, dimostrano il ritorno della preoccupante spirale deflazionistica che non solo alimenta timori per questa fase, specie se si guarda alle prospettive di acquisti di Natale, ma soprattutto rende sempre più incerto il futuro, ciò sia per quanto riguarda le imprese sia per quanto riguarda le famiglie”. Così il Centro studi di Unimpresa sul dato definitivo sui prezzi a ottobre diffuso dall’Istat, secondo cui l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività (Nic), al lordo dei tabacchi, a ottobre diminuisce dello 0,1% su base mensile e dello 0,2% su base annua (la stima preliminare era -0,1%).
Una situazione confermata dal boom delle riserve delle famiglie e delle imprese italiane che sono salite complessivamente di oltre 40 miliardi negli ultimi 12 mesi. Da agosto 2015 ad agosto 2016 il totale dei depositi di cittadini, aziende, assicurazioni e banche è aumentato di oltre il 2% passando da 1.556 miliardi a 1.596 miliardi. Le famiglie non spendono e hanno lasciato in banca 33 miliardi in un anno (+3%), le imprese non investono e i loro fondi sono cresciuti di 13 miliardi (+6%), le banche, invece, hanno assistito a una contrazione della liquidità per 13 miliardi (-3%), ma allocata in forme di impiego diverse dal credito. Le riserve delle assicurazioni sono salite di 1 miliardo (+6%), quelle delle imprese familiari di 4 miliardi (+9%), quelle delle onlus di 919 milioni (+3%).
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