Il decreto sviluppo del governo Monti torna ad occuparsi delle “zone franche urbane”.
L’articolo 37 del decreto sviluppo bis, infatti, prevede che le piccole imprese potranno usufruire di esenzioni dal pagamento delle imposte su redditi, Irap, IMU (imposta sugli immobili) e contributi sulle retribuzioni da lavoro dipendente.
Quella della Zona Franca urbana è una vecchia storia che non si era mai concretizzata ed ora Monti ci riprova.
Per individuare le nuove zone franche, il governo si rifà a una delibera del Cipe, che elenca le 22 città individuate come Z.F.U., tra le quali tre in Puglia (Lecce, Taranto e Andria).
Al contrario, però, delle vecchie disposizioni, le nuove misure si concentreranno solo su 12 centri, quelli di Campania, Calabria, Sicilia e Puglia e tra questi rimane la città di Andria.
Il decreto sviluppo, inoltre, rimanda al ministro dello sviluppo economico la determinazione delle condizioni, dei limiti e delle modalità di applicazione delle agevolazioni, ivi inclusa l’individuazione dei termini di decorrenza e di durata delle medesime.
Si parla, quindi di possibili sgravi fino a 200 mila euro. Se sarà confermata questa eventualità, il sistema sarebbe quello del “de minimis” che significa rendere notevolmente più snelle le procedure di erogazione.
Gli aiuti alle imprese potrebbero addirittura essere attivi entro 60 giorni.
Sicuramente il decreto sviluppo è un primo importante passo verso il ripristino di una speranza non di poco conto per alcuni quartieri strutturalmente fondamentali per la città di Andria in quanto le misure agevolative previste per gli insediamenti nelle Z.F.U. sono considerevoli e consistono nell’esenzione dell’IMU e nella riconferma di quelle altre già inserite nella Finanziaria 2007 cioè l’esenzione dalle imposte sui redditi per i primi cinque periodi di imposta e l’esonero dal versamento dei contributi sulle retribuzioni da lavoro dipendente, per i primi cinque anni di attività, nei limiti di un massimale di retribuzione.
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