E’ quanto dichiarato dal direttore di Unimpresa Bat, Savino Montaruli, sulla situazione “venutasi a determinare in seguito alla sottrazione forzata dei poteri alle Regioni e Enti Locali in materia di Commercio”.
“Prendiamo atto delle comunicazioni in merito alla disciplina introdotta dal Governo in materia di soppressione del rispetto dei limiti di orari di apertura e di chiusura e dell’obbligo della chiusura domenicale e festiva, anche per l’attività di panificazione e invitano il sindaco di Trani, Giuseppe Tarantini, a formalizzare e sollecitare l’impugnazione di tali provvedimenti da parte dell’Ente Regione Puglia di fronte alla Corte Costituzionale in quanto i medesimi assunti dal Governo sottraggono poteri alla Regione e agli Enti Locali da parte dello Stato in materia di Commercio. La presente sollecitazione anche per ricreare il necessario equilibrio che consenta di rispettare la sacralità delle festività, andando incontro alle esigenze delle famiglie e dei lavoratori, salvaguardandone la qualità della vita, pur riconoscendo la necessità di un adeguamento ai cambiamenti in atto circa la trasformazione della distribuzione commerciale seppur nel rispetto delle persone e delle imprese”.
Per Montaruli si tratta di una battaglia di civiltà a difesa di un diritto che investe la sfera della persona e dell’essere umano: il diritto al riposo festivo.
“Una battaglia di civiltà che nessuno, a livello nazionale ha voluto o avuto il coraggio e la capacità di affrontare – ha aggiunto Montaruli – delegando al Governo Politico, prima e a quello dei Professori, dopo, un’importantissima scelta che ha demolito decenni di storia democratica delle micro imprese. Mentre le vere lobby economiche, compresi i grandi gruppi e le banche che stanno dietro gli interessi degli ipermercati, hanno ottenuto ciò che volevano cioé le aperture domenicali no-stop, i quasi nove milioni di piccoli imprenditori, il cosiddetto Popolo delle Partite Iva si è trovato spiazzato e succube di interessi diversi. Spero che i Sindaci diano un forte segnale alla Regione Puglia perché mantenga l’impegno di impugnare il provvedimento del Governo perché sarebbe l’ultima opportunità perché il territorio si riappropri delle proprie democratiche facoltà di autodeterminarsi, nel rispetto dei principi della condivisione e della concertazione. Ora ognuno può tornare a riporre i propri scheletri negli armadi e sarebbe il caso anche di smetterla di annunci, di convegni, di discorsi inutili e demagogici e soprattutto di voltafaccia che non possono trovare più spazio nella nuova civiltà della verità e della giustizia sociale che tutti abbiamo il dovere di continuare a pensare essere possibile”.
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