Pubblichiamo di seguito l’intervento del presidente di Unimpresa Bat, Savino Montaruli, in merito alla soppressione della provincia Barletta-Andria-Trani.
Sembra essere una partita tutta giocata politicamente con scambi di accuse reciproche e di risentimenti personali. Sarà questo o forse sarà la reale mancata integrazione tra istituzioni locali, comuni in primis e l’Ente Provincia a causare un evidente e ancora oggi fortissimo disinteressamento da parte dei cittadini rispetto al futuro della Sesta Provincia. In verità ora, e solo ora che pare definito l’accorpamento della Bat alla Provincia di Foggia, a meno che non intervengano atti validi ancora inesistenti che consentano scelte diverse, si avverte un senso di modesta, flebile, impercettibile e inconsistente “ribellione” da parte di gruppi di cittadini in alcune città interessate. Seppur lodevoli gli interventi di alcune Associazioni locali, rimangono silenzi inspiegabili da parte di movimenti politici e partiti ma anche si singoli rappresentanti e autorità istituzionali che intervengono, se intervengono, solo ed unicamente per scambiarsi accuse politiche per racimolare qualche consenso nell’imminente campagna elettorale che tutti sanno essere difficile, molto difficile al punto che per “carpire” consensi bisognerà cambiare completamente “metodi e strumenti” che finora, invece, hanno dato i risultati che tutti conosciamo a vantaggio di taluni personaggi dei quali, nella storia politica di questo territorio, rimarrà ben poco per storie mai scritte. Questo disinteressamento, quindi, potrebbe essere “giustificato” dal “sentire” l’Ente Provincia distante dalle reali necessità dei cittadini, eppure, in taluni casi, questa Provincia Bat ha attivato percorsi di partecipazione democratica, seppur ancora da perfezionare e migliorabili, che i comuni neanche si sognano, avendo dimostrato di essere prossima alle popolazioni molto di più di quanto facciano sindaci, assessori e consiglieri comunali che hanno completamente dimenticato che qualcuno ha affidato loro le sorti della Comunità e che ai cittadini/elettori devono dare conto. Forse quel distacco potrebbe essere anche causato da una comunicazione spesso insufficiente e precaria perchè, in verità, ancora oggi, persiste un impressionante numero di cittadini che ignora competenze, compiti e funzioni dell’Ente intermedio o chi ne attribuisce altri che non le sono propri così come ancora oggi esiste una carenza totale di informazioni in merito a ciò che significherebbe entrare a far parte della città metropolitana, delle competenze di questa nuova istituzione, dei vantaggi, delle opportunità ed eventualmente degli inconvenienti rispetto comunque alla soppressione dell’esistente Provincia la cui sopravvivenza, nei termini fino qui proposti ai vari livelli, è impraticabile e non contemplata non essendo intervenuta alcuna modifica normativa e dispositiva da parte del Governo evidentemente per nulla “stimolato” in tal senso. Si potrebbe, inoltre, far comprendere e comunicare ai cittadini che con la soppressione della Provincia di Barletta-Andria-Trani sarà difficile se non impossibile che ci sia la possibilità che gli organi periferici dello Stato permangano in sua assenza quindi essendo tali organi anche il Prefetto e la Prefettura, oggi Ufficio Territoriale del Governo, il Questore e la Questura, potrebbe accadere, cosa che accadrà, che anche l’esistente Prefettura e altri Organi mai istituiti come la Questura e la Camera di Commercio sarebbero soppressi, come nel caso della Prefettura o non vedrebbero mai luce come nel caso di Questura e Camera di Commercio. Se anche rispetto alla Prefettura esiste e permane una scettica considerazione da parte dei cittadini non conoscendone fino in fondo operatività, compiti e funzioni che pure esercita lodevolmente anche su questo territorio, per la Questura è cosa ben diversa in quanto in questo particolare momento di emergenza sicurezza, essendo la stessa un ufficio della Polizia di Stato, con competenza provinciale, alle dipendenze del Ministero dell’Interno con il compito primario di assicurare il mantenimento dell’ordine e della sicurezza pubblica nell’ambito della provincia, la sua istituzione è molto auspicata ed attesa e le motivazioni sono ovvie, soprattutto in termini di numero di uomini e di uffici investigativi. Alla Camera di Commercio, invece, andrebbe dedicato tutto un capitolo a parte e in questo caso servirebbero almeno altre 52 righe per spiegare una vicenda che ha radici “lontane e ambigue”. Alla fine di tutto ciò rimangono rammarico e delusione; rammarico per non essere stati in grado di essere lungimiranti, superando i localismi finalizzati al mantenimento ristretto di cerchie di potere impedendo un allargamento della Provincia, quando ciò era possibile, anche in termini territoriali; delusione per non essere riusciti a completare in tempi “ragionevoli e moderni” la realizzazione di quelle strutture, come appunto la Questura, che comunque avrebbero dotato il territorio di opere e organizzazioni che, al di la della soppressione degli “uffici”, sarebbero rimaste a vantaggio delle Comunità. I tempi della politica, si sa, sono cosa diversa da quelli della realtà e a causa di questo persistente deficit sono passate sotto i nostri occhi tantissime occasioni mai sfruttate e vanificate. Di questo se ne parla sempre molto poco e si rischia di realizzare la scuola dell’infanzia quando il bambino è già studente universitario.
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