Di Marco Massarenti
Per definizione la sportività è lo spirito di correttezza e di lealtà a cui deve improntarsi il comportamento di chi compete in una gara sportiva e di chi vi assiste, è inoltre lotta all’inganno e anche alla violenza fisica e verbale.
La sportività, detta anche Fair Play, che trova le sue radici nell’Inghilterra vittoriana, è un’indole ma può anche essere appresa nel corso della vita inseguendo gli insegnamenti de “la Carta della Correttezza” pubblicata dal Comitato Internazionale Fair Play nel 1975 la quale racchiude 10 concetti fondamentali:
Fare di ogni incontro di sport un momento di svago, indipendentemente dalla posta e dalla importanza della competizione, un momento privilegiato, una specie di festa;
Conformarsi alle regole e allo spirito dello sport praticato;
Rispettare i miei avversari come me stesso;
Accettare le decisioni di arbitri o dei giudici di gara, sapendo che, come me, hanno diritto all’errore, ma fanno tutto il possibile per non commetterlo;
Evitare le cattiverie e le aggressioni nei miei atti, e mie parole o i miei scritti;
Non usare artifici o inganni per raggiungere l’obiettivo;
Rimanere degno della vittoria, così come nella sconfitta;
Aiutare chiunque con la mia presenza, la mia esperienza e la mia comprensione;
Portare aiuto ad ogni atleta la cui vita sia in pericolo;
Essere un vero ambasciatore dello sport, aiutando a far rispettare intorno a me i principi suddetti.
Sarebbe bene assimilarla sin da piccoli anche grazie all’esempio degli adulti che hanno un ruolo educativo fondamentale; quegli adulti consapevoli del fatto che ogni bambino che rispetta l’avversario avrà riguardo anche per il compagno di giochi, di classe e di strada di tutti giorni. A tal proposito quindi, assumono un ruolo molto importante, genitori, insegnanti, istruttori, arbitri, società sportive giovanili e anche luoghi di aggregazione per dare la possibilità ai ragazzi di completarsi nella società attraverso questi rilevanti valori: concorrenza leale, uguaglianza, spirito di squadra, amicizia, integrità, solidarietà, tolleranza, cura, rispetto e etica che è un concetto che si fonda su comportamenti di correttezza e di lealtà dove l’avversario non è il nemico ma un atleta che sta cercando di raggiungere il suo stesso risultato.
Riassumendo, la sportività è quel gioco leale che infonde speranza, unisce e vince contro ogni forma di violenza.
Facendo un tuffo nel passato possiamo annoverare alcuni straordinari esempi di fair play che la storia ci tramanda.
Era il 1964 quando durante la finale di bob a Innsbruck l’atleta Italiano Eugenio Monti agli avversari che avevano un problema con il mezzo prestò il suo bullone per permettergli di partecipare alla gara che poi vinsero perché andarono più veloci;
Anni dopo, a dicembre del 2000, Paolo di Canio durante la partita tra Everton e West Ham, dopo essersi accorto che il portiere della squadra avversaria era a terra per un infortunio, un attimo prima di calciare fermò il pallone con le mani;
Il 5 dicembre del 2009 in un affronto tra Ascoli e Reggina, il giocatore Valdez subisce un infortunio e tutti gli altri giocatori si fermano tranne uno, Sommesse dell’Ascoli che crossa per il goal di Antenucci; cosa poco gradita all’allenatore dell’Ascoli che ordina ai suoi di far segnare gli avversari;
A Venezia, nel 2012, Eric Fontanari, un ragazzo tetraplegico di anni 17, durante la maratona accusa dolori e ha difficoltà a proseguire così un grande campione come Alex Zanardi utilizzando una corda decide di trainarlo fino al traguardo;
A settembre del 2019 Braima Suncar Dadò, in occasione dei Mondiali di Atletica di Doha si fermò a soccorrere un altro atleta terminando gli ultimi 250 metri sorreggendolo;
Anche il 2020 ci lascia un ricordo indelebile grazie all’episodio che passerà alla storia come “l’oro dell’amicizia”; si tratta della decisione di Barshim e Tamberi, dopo il risultato ex aequo alle olimpiadi di Tokio, a non procedere con lo spareggio per la l’oro divenendo sportivamente entrambi detentori della tanto desiderata medaglia.
Solo pochi giorni fa, durante una partita di basket, tenutasi in una scuola elementare, tanti giovani hanno assistito al “Fair Play della porta accanto” quando un bambino si è spontaneamente chinato per allacciare le scarpe al suo avversario.
Chiaro quindi che la sportività non conosce tempo ed età ma solo sane abitudini. Sono gesti, infatti, degni di ovazione e che commuovono, cenni di sportività genuina, scene iconiche, esempi concreti di gran cuore e di vita vera che rimangono scalfiti nella mente di chi li ha ricevuti e di chi vi ha assistito. Esempi che devono necessariamente essere applicati in ogni altra circostanza che la vita ci ripropone: amicizia, politica, famiglia, lavoro per farne di essa stessa lo sport più bello che sia.
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