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Record di tasse per l’Italia

L’Italia si conferma fanalino di coda in Europa per carico fiscale e si classifica al 131esimo posto su 185 Paesi interessati dall’indagine. È quanto emerge dal Rapporto Paying Taxes, diffuso oggi dalla Banca Mondiale, Ifc e PwC, che esamina i costi per imposte e tasse in capo a una impresa e il connesso carico amministrativo per versamenti d’imposta e adempimenti vari. Nel nostro Paese il carico fiscale complessivo è il più alto d’Europa, pari al 68,3% dei profitti commerciali, sostanzialmente stabile contro una media Ue&Efta scesa, dal 43,4% al 42,6% (media mondiale del 44,7%). A breve distanza dall’Italia si posiziona l’Estonia (67,3%), seguita dalla Francia (65,7%). Tra i primi 10 Paesi al di sopra della media europea invece troviamo il Belgio (57,7%), l’Austria (53,1%), la Svezia (53%), l’Ungheria (50,3%), la Repubblica Ceca (49,3%), la Slovacchia (47,9%), la Germania (46.8%). Ad avere il carico fiscale complessivo più basso sono invece Lussemburgo, con un carico di un terzo rispetto a quello italiano (21%) seguito da Cipro (23%) e Irlanda (26,4%). Per gli adempimenti fiscali in Italia le società impiegano 269 ore all’anno (267 ore la media mondiale e 184 ore la media europea) ed effettuano 15 pagamenti contro i 12,8 pagamenti medi in Ue&Efta e i 27,2 richiesti mediamente a livello globale. «La situazione dell’Italia – osserva Fabrizio Acerbis, partner di PwC Tax & Legal Services e curatore della sezione italiana del Rapporto- dall’indagine condotta quest’anno è in lieve miglioramento. In generale, tuttavia, non si registrano particolari novità nelle politiche fiscali dei diversi Paesi che, causa la crisi finanziaria ed economica, faticano a perseguire obiettivi significativi di riduzione della pressione fiscale». In questo quadro, «in cui il legislatore non può attuare interventi di natura strutturale, diventa cruciale utilizzare altre leve per sostenere le imprese e la competitività del sistema Paese», aggiunge.

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