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Recovery fund: Lauro (Unimpresa), 209 miliardi da destinare anche alle pmi

«Unimpresa auspica che le risorse finanziarie di 209 miliardi di euro, tra prestiti e sussidi, “strappate” in sede europea, vengano utilizzate, a partire dall’anticipo, tempestivamente, senza i soliti (e inutili) trionfalismi, senza i consueti clientelismi e senza le tradizionali miopie, nella direzione più produttiva e di immediata efficacia, anche per le pmi».  È quanto scrive il segretario generale di Unimpresa, Raffaele Lauro, in un intervento pubblicato oggi sul quotidiano “Il Riformista”, secondo il quale «le misure governative varate, a riguardo, con i tre decreti economici, sono risultate tardive, insufficienti e, in parte, non concretizzabili, in quanto condizionate da decine di decreti applicativi, ancora in stand by. Hanno trascurato, inoltre, il settore delle pmi, le quali appaiano minacciate nella loro stessa esistenza, nell’ordine del 40%.

Sarebbe un’autentica iattura per il futuro. Un baratro irrecuperabile». Lauro chiede, in relazione ai fondi europei, «un utilizzo basato su una realistica pianificazione dei settori di intervento e congiuntamente a quell’azione riformatrice, non più rinviabile, auspicata peraltro anche dai partner dell’Unione. In questa urgente azione riformatrice, nella quale vanno coinvolte tutte le forze politiche di maggioranza e di opposizione, da discutere e approvare in Parlamento, l’efficienza della giustizia civile, la “grande malata” del sistema Italia, occupa un ruolo strategico per il rilancio economico-sociale del nostro Paese».

Secondo il segretario generale di Unimpresa «nel prossimo autunno, vivremo una fase drammatica della crisi del nostro sistema economico nazionale, indotta dai nefasti effetti della pandemia Covid-19, con una prevedibile caduta del pil a due cifre e conseguenze devastanti sulla tenuta sociale, allo stato del tutto imprevedibili. Da questa crisi potremo rientrare, nelle più ottimistiche previsioni, nell’arco temporale di almeno un quinquennio, a condizione di varare alcune profonde e organiche riforme strutturali, a partire da quella del fisco, della semplificazione amministrativa e della giustizia civile. Cioè tutelare il mondo imprenditoriale e della produttività, in particolare quello delle piccole e medie imprese, il nostro tessuto economico-produttivo più prezioso, originale e irripetibile, essenziale per il recupero del perduto e la ripresa dello sviluppo».

Alleghiamo di seguito l’articolo pubblicato sul Riformista

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