«La proroga dell’obbligo di contrattare delle polizze catastrofali per le piccole e medie imprese, decisa oggi dal Consiglio dei ministri, rappresenta una scelta di buon senso e di grande responsabilità. La differenziazione dei termini, con il rinvio al primo ottobre 2025 per le medie imprese e al primo gennaio 2026 per le piccole e micro, risponde pienamente alle sollecitazioni che Unimpresa ha avanzato nelle scorse settimane, denunciando il peso economico che tale obbligo avrebbe comportato per milioni di aziende. Come abbiamo documentato in un recente studio, il costo annuo delle polizze anticalamità può arrivare fino a 12.000 euro per una PMI: una cifra proibitiva, soprattutto in un contesto economico segnato da una vendita persistente, caro energia e stretta creditizia. L’introduzione forzata di un ulteriore onere avrebbe rischiato di mettere in crisi la tenuta finanziaria di molte imprese, già alle prese con margini sempre più ridotti».
Lo dichiara il vicepresidente di Unimpresa, Giuseppe Spadafora. « È positivo che il governo abbia accolto le istanze del mondo produttivo e abbia, inoltre, sospeso per 90 giorni l’applicazione delle sanzioni per le grandi imprese, concedendo così un tempo tecnico utile per un’attuazione più equilibrata della norma. Ora però è fondamentale che questo periodo di proroga venga utilizzato in modo costruttivo: servono criteri chiari, strumenti trasparenti per confrontare le offerte assicurative, e, soprattutto, un tavolo permanente con le rappresentanze delle imprese e il sistema assicurativo. L’obiettivo dev’essere duplice: tutelare realmente le imprese dai rischi legati agli eventi climatici estremi, ma senza scaricare su di esse, in modo indiscriminato, il peso economico di un sistema ancora poco strutturato e, ad oggi, iniquo. Chiediamo al governo di accompagnare questo percorso con incentivi, agevolazioni e una riforma strutturale del quadro normativo, affinché la protezione contro i disastri naturali sia sostenibile, equa e accessibile per tutte le imprese, a partire da quelle di dimensioni minori che costituiscono l’ossatura dell’economia italiana» aggiunge il vicepresidente di Unimpresa.
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